K metro 0 – Città del Messico – In Messico domenica, si sono tenuti manifestazioni in oltre 80 città per protestare contro la nuova riforma di legge elettorale promossa del presidente Andrés Manuel López Obrador. Secondo l’opposizione, la riforma minaccia la democrazia e potrebbe segnare un ritorno al passato. Il partito Morena fondato dal presidente
K metro 0 – Città del Messico – In Messico domenica, si sono tenuti manifestazioni in oltre 80 città per protestare contro la nuova riforma di legge elettorale promossa del presidente Andrés Manuel López Obrador. Secondo l’opposizione, la riforma minaccia la democrazia e potrebbe segnare un ritorno al passato.
Il partito Morena fondato dal presidente Obrador che tiene la maggioranza in parlamento, ha votato la settimana scorsa a favore della ristrutturazione dell’INE, l’amministrazione responsabile di organizzare le elezioni e garantirne il funzionamento. “Non siamo contro un partito o contro il governo siamo contro ogni Governo che vuole controllare le elezioni”, affermano i manifestanti.
Il presidente del Messico nega che le riforme rappresentino una minaccia per la democrazia e afferma che le critiche sono limitate, sostenendo che l’istituto spende troppi soldi e che i fondi dovrebbero essere spesi per i poveri.
Intanto, le modifiche alla legge elettorale hanno attirato l’attenzione del governo degli Stati Uniti. “Oggi, in Messico, assistiamo a un grande dibattito sulle riforme elettorali che stanno mettendo alla prova l’indipendenza delle istituzioni elettorali e giudiziarie”, ha Twittato Brian A. Nichols, l’assistente del segretario di stato americano per gli affari dell’emisfero occidentale.
Il futuro della legge rimane incerto, con l’opposizione che si prepara a sfidare il governo, portando il caso alla Corte Suprema. Le prossime elezioni presidenziali si terranno nel 2024. Lopez Obrador non potrà ricandidarsi per un nuovo mandato, ma punta di certo a mantenere il suo partito al potere.
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