K metro 0 – Ankara – Il terremoto del 6 febbraio, che ha ucciso più di 40.000 persone in Turchia e Siria, potrebbe causare una perdita fino all’1% del prodotto interno lordo (PIL) turco, lo riferisce France 24. Sono queste le previsioni della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) pubblicate oggi in
K metro 0 – Ankara – Il terremoto del 6 febbraio, che ha ucciso più di 40.000 persone in Turchia e Siria, potrebbe causare una perdita fino all’1% del prodotto interno lordo (PIL) turco, lo riferisce France 24.
Sono queste le previsioni della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) pubblicate oggi in un rapporto, su un Paese già alle prese con una grave crisi economica. La banca ha precisato che si tratta di una “stima ragionevole” grazie alla spinta prevista dagli sforzi di ricostruzione nel corso dell’anno, che compenseranno l’impatto negativo sulle infrastrutture e sulle catene di approvvigionamento.
“Il terremoto ha colpito in larga misura le aree agricole e le zone in cui è presente un’industria manifatturiera leggera, quindi le ricadute sugli altri settori sono limitate”, ha dichiarato alla Reuters Beata Javorcik, economista capo della BERS. La crescita della Turchia, il principale beneficiario dei fondi della stessa banca, è stata così rivista al ribasso al 3% dal 3,5% nel 2023, senza considerare l’impatto del terremoto nelle stime.
Nelle zone colpite dal sisma aumentano intanto le preoccupazioni per le malattie trasmesse dall’acqua, L’attenzione si è spostata sul sostegno ai sopravvissuti al terremoto nel sud della Turchia. Con gran parte delle infrastrutture igienico-sanitarie della regione danneggiate o rese inutilizzabili dalle scosse, le autorità sanitarie si trovano di fronte a un compito arduo nell’affrontare i problemi di salute pubblica.
E così, le tubature dell’acqua della città “sono state danneggiate e l’acqua è stata contaminata ed è positiva ai test batteriologici. C’è dunque il rischio di malattie trasmesse dall’acqua, come gastroenterite, diarrea, epatite e persino colera. Mercoledì l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato di essere particolarmente preoccupata per la situazione nella Siria nord-occidentale controllata dai ribelli. Ha così chiesto al presidente siriano Bashar al-Assad di aprire più valichi di frontiera con la Turchia per consentire il passaggio degli aiuti.
Batyr Berdyklychev, rappresentante dell’OMS in Turchia, ha avvertito che la carenza d’acqua nelle aree colpite dal terremoto “aumenta il rischio di epidemie di malattie trasmissibili”.
Nel frattempo, come riporta l’agenzia Anadolu, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha inviato ieri un messaggio di solidarietà alla nuova campagna della Turchia per le vittime del terremoto, denominata “Türkiye One Heart”. Egli ha iniziato il suo videomessaggio con i saluti in turco, dicendo “Cari amici” o “Sevgili Dostlar”, esprimendo le sue “più profonde condoglianze e profonda solidarietà” alla popolazione della Turchia, che sta affrontando “uno dei più grandi disastri naturali di tutti i tempi”.
“Non dimenticherò mai il calore e la generosità delle persone che ho incontrato”, ha detto, sottolineando che la Turchia ospita il maggior numero di rifugiati al mondo, lodando la “generosità del popolo turco nei confronti dei vicini siriani”.”Ora esorto il mondo a sostenervi, così come voi avete sostenuto per anni le persone in difficoltà”, ha detto. “I bisogni sono enormi, ma sappiate che faremo tutto il possibile per sostenervi e ci appelliamo alla comunità internazionale affinché faccia lo stesso”.
Le donazioni raccolte attraverso la campagna saranno inviate alla presidenza turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (AFAD) e alla Società turca della Mezzaluna Rossa. La campagna è in corso. Secondo gli ultimi dati, almeno 35.418 persone hanno perso la vita e 105.505 sono rimaste ferite nei terremoti che hanno colpito il sud della Turchia il 6 febbraio scorso.