K metro 0 – Washington – Gli Stati Uniti non hanno “mai inviato palloni nello spazio aereo cinese”: è l’ultima replica nella “guerra” di palloni e oggetti volanti non identificati fra le due superpotenze. Guerra che ha conosciuto un momento cruciale all’inizio di febbraio, quando l’esercito Usa ha abbattuto un aerostato cinese, ritenuto dal Pentagono
K metro 0 – Washington – Gli Stati Uniti non hanno “mai inviato palloni nello spazio aereo cinese”: è l’ultima replica nella “guerra” di palloni e oggetti volanti non identificati fra le due superpotenze. Guerra che ha conosciuto un momento cruciale all’inizio di febbraio, quando l’esercito Usa ha abbattuto un aerostato cinese, ritenuto dal Pentagono un velivolo-spia usato per raccogliere informazioni sensibili.
Per la Cina si trattava invece di un semplice strumento per rilevazioni meteo, che per sbaglio aveva deviato dalla sua traiettoria. Fra l’altro, si è appreso in seguito che il “pallone spia” era dotato di un sistema di autodistruzione, che però non è stato attivato. Ad ogni modo, l’avvistamento del “pallone spia” è stato considerato da Washington come una “inaccettabile” violazione della sovranità e della legge internazionale, causando l’annullamento del viaggio a Pechino del segretario di Stato, Antony Blinken.
La versione cinese non convince tuttavia gli Usa. Secondo gli analisti americani, il pallone – che si muoveva verso Est – stava raccogliendo informazioni sui sistemi delle telecomunicazioni e sui radar degli Stati Uniti. In sostanza, gli strumenti installati sul pallone, sarebbero stati in grado di raccogliere dati sensibili e trasmetterli a Pechino.
L’oggetto volante aveva sorvolato in particolare lo Stato del Montana in zone in cui sono installati silos destinati ai missili intercontinentali e dove sono presenti basi strategiche usate dai bombardieri. Il Pentagono ha chiarito che il pallone, avvistato anche dai piloti di diversi voli (in particolare a circa 30 km dall’aeroporto di Kansas City, in Missouri), è un modello ‘spia’ manovrato a distanza. Tuttavia, Washington ha minimizzato la capacità del velivolo di recuperare dati sensibili, ma secondo Matthew Kroenig, un ex funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Pechino avrebbe potuto trarre vantaggio da questa operazione, in quanto “ciò ha dato alla Cina l’opportunità di mappare meglio i silos di missili balistici intercontinentali americani al fine di renderli obiettivi futuri e di valutare la risposta americana”, commenta lo specialista di Afp.
Una cosa è certa: il pallone era di fabbricazione cinese. I funzionari americani fanno notare che le dimensioni del pallone corrispondevano a quelle di tre autobus, ovvero circa 27 metri, come ha riferito l’agenzia Associated Press. Una dimensione molto più grande dei palloni meteorologici, che in genere non superano i sei metri di diametro, come ha scritto la rivista Time.
È ancora presto per determinare le capacità di osservazione del pallone, che volava a un’altitudine di circa 18 km, secondo il Pentagono. Dopo l’abbattimento, i primi detriti sono stati già raccolti in superficie all’inizio del mese, ma le condizioni meteorologiche non hanno consentito finora le operazioni di recupero subacqueo. La Casa Bianca assicura che non “intende restituirli” alla Cina, ma studiarli attentamente.
Tra le teorie che prevalgono in queste ore, la principale è che si tratti, dunque, di velivoli inviati dalla Cina, o da un’altra potenza, per sapere di più sui radar o sui sistemi di allerta precoce statunitensi, o per spiarne i siti sensibili. In pratica, Cina (o Russia?) vogliono testare gli Usa sui tempi di risposta a queste incursioni aeree. Secondo quanto riferito, Pechino ha utilizzato questa tecnologia diverse volte negli ultimi anni, aveva dichiarato un alto funzionario statunitense alla Afp: “I palloni di sorveglianza cinesi sono passati brevemente sopra gli Stati Uniti almeno tre volte durante l’amministrazione di Trump, e una volta all’inizio dell’attuale amministrazione, per quanto ne sappiamo, ma mai per così tanto tempo”.
Il primo utilizzo di un dispositivo del genere risale addirittura al 1794. Una mongolfiera era stata usata durante la battaglia di Fréjus dalla Francia, e aveva anche contribuito alla vittoria contro l’esercito austriaco, come racconta Le Figaro. L’esercito giapponese li ha usati per lanciare bombe incendiarie contro gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale. Anche durante la Prima guerra mondiale furono usati palloni legati al suolo. Diversi programmi attorno a questi dispositivi furono avviati poi durante la Guerra Fredda, ma il dispositivo finì per perdere interesse di fronte a satelliti e aerei spia più efficienti.
Il caso del “pallone spia” arriva pertanto in un contesto di forti tensioni tra Cina e Stati Uniti, culminate nell’agosto 2022 con la visita a Taiwan dell’ex presidente della Camera, Nancy Pelosi. L’episodio rischia di bloccare ogni prospettiva di imminente distensione. A medio termine, alcuni analisti si aspettano infatti, che Pechino intensificherà le operazioni di intimidazione nel Mar Cinese Meridionale.