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Svezia sotto accusa per aver permesso a un estremista di bruciare il Corano

K metro 0 – Makkah – La Lega Musulmana Mondiale (MWL) ha condannato l’atto assurdo, provocatorio e vergognoso, di bruciare una copia del Sacro Corano davanti all’ambasciata turca a Stoccolma, in Svezia, compiuto sabato scorso dall’estremista di destra danese-svedese Rasmus Paludan, informa il periodico Kalima. A Stoccolma c’erano appena un centinaio di persone alla manifestazione

K metro 0 – Makkah – La Lega Musulmana Mondiale (MWL) ha condannato l’atto assurdo, provocatorio e vergognoso, di bruciare una copia del Sacro Corano davanti all’ambasciata turca a Stoccolma, in Svezia, compiuto sabato scorso dall’estremista di destra danese-svedese Rasmus Paludan, informa il periodico Kalima.

A Stoccolma c’erano appena un centinaio di persone alla manifestazione in cui, come ampiamente è stato annunciato, l’estremista di destra Rasmus Paludan ha bruciato una copia del Corano e ha pronunciato un discorso di un’ora contro l’Islam e l’immigrazione.

Il segretario generale di MWL Mohammed Bin Abdul Karim Al-Issa ha messo immediatamente in guardia dai rischi di pratiche che provocano l’odio e che servono solo all’agenda dell’estremismo, sottolineando che tale comportamento sconsiderato offende, tra l’altro, l’abuso del concetto di libertà e dei suoi valori umani. Condanna espressa anche dal Segretario Generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), Nayaf Falah Mubarak Al-Hajraf, che ha invitato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità per fermare questi atti inaccettabili.

Un gesto che infiammerà e provocherà i musulmani di tutto il mondo, come riporta sudigazette.com. Anche il Parlamento arabo ha difatti stigmatizzato il rogo di una copia del Corano da parte di un estremista, sottolineando il suo totale rifiuto di tali atti vergognosi. Ha così chiesto la promulgazione di leggi internazionali che criminalizzino l’insulto alle sacralità religiose, affermando la necessità di diffondere i valori della tolleranza e della coesistenza, e aggiungendo che questi rischi barbarici non faranno altro che accrescere la fede dei musulmani e fermezza nei loro valori di pace e coesistenza.

Sdegno espresso anche a Gedda, dal Segretario generale dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI), Hissein Brahim Taha. Il quale ha avvertito che questo atto provocatorio, commesso da attivisti estremisti, prendendo di mira i musulmani e insultando i loro valori sacri, costituisce un altro esempio del livello inquietante raggiunto dall’islamofobia, dall’odio, dall’intolleranza e dalla xenofobia.

Tahà ha esortato pertanto le autorità svedesi a prendere le misure necessarie contro gli autori di questo crimine d’odio, chiedendo di intensificare gli sforzi internazionali per prevenire il ripetersi di tali atti e di essere solidali nella lotta contro l’islamofobia. Non è mancata la reazione anche da Muscat, capitale del Sultanato dell’Oman; in un comunicato, il Ministero degli Esteri omanita ha sottolineato la necessità di sforzi internazionali per consolidare i valori della tolleranza e della coesistenza e criminalizzare tutti gli atti che promuovono l’ideologia dell’odio e che offendono le religioni e le credenze.

Ad Amman, anche il Ministero degli Esteri giordano ha condannato il rogo di una copia del Corano, come riporta la Jordan News Agency (Petra). Il ministero ha ribadito il rifiuto e la condanna della Giordania per questo atto che alimenta l’odio e la violenza e minaccia la coesistenza pacifica.

Intanto, “il governo svedese non sostiene in nessun modo la distruzione col fuoco di scritture considerate sacre ma in Svezia abbiamo la libertà di espressione e dal punto di vista legale questo caso è permesso: abbiamo però detto chiaramente che non prendiamo le parti di chi lo ha fatto” ha detto Tobias Billström, ministro degli Affari Esteri della Svezia, a Bruxelles per il consiglio Esteri, commentando l’accaduto.

Malgrado l’unanime protesta e sdegno della comunità musulmana, un segnale di civiltà e dialogo è arrivato da un gruppo di giovani nel sud-est della Turchia, che ha distribuito rose nelle chiese del Paese proprio in risposta al rogo di una copia del Corano.

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Joseph Villeroy
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