K metro 0 – Pechino – La popolazione cinese ha registrato, per la prima volta da decenni, un calo lo scorso anno dovuto al crollo del tasso di natalità, secondo i dati ufficiali mostrati oggi da Pechino. Intanto aumenta la pressione dei cittadini sui leader affinché mantengano l’economia in crescita, nonostante l’invecchiamento della forza lavoro
K metro 0 – Pechino – La popolazione cinese ha registrato, per la prima volta da decenni, un calo lo scorso anno dovuto al crollo del tasso di natalità, secondo i dati ufficiali mostrati oggi da Pechino. Intanto aumenta la pressione dei cittadini sui leader affinché mantengano l’economia in crescita, nonostante l’invecchiamento della forza lavoro e in un momento di crescente tensione con gli Stati Uniti.
“La Cina è invecchiata prima di diventare ricca”, ha affermato Yi Fuxian, demografo ed esperto di tendenze della popolazione cinese presso l’Università del Wisconsin-Madison in un rapporto dell’AP.
Il National Bureau of Statistics ha riferito oggi, che il paese aveva 850.000 persone in meno alla fine del 2022 rispetto all’anno precedente. Il conteggio include però solo la popolazione della Cina continentale, esclusi Hong Kong e Macao, nonché i residenti stranieri. Secondo i dati di Pechino, comunque, sono nati oltre 1 milione di bambini in meno rispetto all’anno precedente, a causa del rallentamento dell’economia e dei blocchi dovuti alla pandemia. L’Ufficio nazionale statistiche, ha riportato 9,56 milioni di nascite nel 2022, mentre i decessi sono saliti a 10,41 milioni.
L’ufficio statistico cinese ha affermato che la popolazione in età lavorativa tra i 16 e i 59 anni è pari a 875,56 milioni, pari al 62% della popolazione nazionale, mentre quella di età pari o superiore a 65 anni è pari a 209,78 milioni, pari al 14,9% del totale.
Non è stato immediatamente chiaro se i dati sulla popolazione fossero stati influenzati dall’epidemia di COVID-19, esplosa tre anni fa. La popolazione cinese, comunque, ha iniziato a diminuire già da nove a dieci anni prima di quanto previsto dai funzionari dello Stato e dalle Nazioni Unite, ha affermato il prof. Yi Fuxian. Il Paese è stato a lungo la nazione più popolosa del mondo, ma ultimamente è stato superato dall’India.
Secondo i dati dell’ufficio statistico, gli uomini superavano le donne da 722,06 milioni a 689,69 milioni, ha riferito l’ufficio, I numeri mostravano anche una crescente urbanizzazione in un paese che tradizionalmente era stato in gran parte rurale. Nel 2022, la popolazione urbana permanente è aumentata di 6,46 milioni per raggiungere 920,71 milioni, pari al 65,22%.
Da quando ha ufficialmente posto fine alla sua politica del figlio unico nel 2016, infatti, la Cina ha cercato di incoraggiare le famiglie ad avere un secondo o addirittura un terzo figlio, ma con scarso successo: riflettendo, in questo, gli atteggiamenti di gran parte dell’Asia orientale, dove i tassi di natalità sono diminuiti precipitosamente. In Cina, le spese per allevare i figli nelle città sono spesso citate come causa del fenomeno.
Yi ha affermato che, sulla base delle sue ricerche, la popolazione cinese è effettivamente in calo dal 2018, dimostrando che la crisi demografica è “molto più grave” di quanto si pensasse in precedenza. La Cina ora ha uno dei tassi di fertilità più bassi al mondo, paragonabile solo a Taiwan e alla Corea del Sud, ha affermato. Ciò significa che la vera crisi demografica del Paese “va oltre l’immaginazione e che tutte le passate politiche economiche, sociali, di difesa ed estere della Cina erano basate su dati demografici errati”, ha detto Yi all’Associated Press.
L’incombente crisi economica della Cina sarà peggiore, anzi, di quella del Giappone, dove anni di bassa crescita sono stati attribuiti in parte alla diminuzione della popolazione, ha affermato Yi.
A parte le varie sfide demografiche, comunque, la Cina è sempre più in competizione economica con gli Stati Uniti. Si ritiene che l’ultima volta che la Cina abbia sperimentato un declino demografico sia stato durante il Grande balzo in avanti, una disastrosa spinta all’agricoltura collettivizzata e all’industrializzazione lanciata dall’allora leader Mao Zedong alla fine degli anni ’50, che produsse una massiccia carestia che uccise decine di milioni di persone.
Ma, se gestita correttamente, una popolazione in declino non si traduce necessariamente in un’economia più debole, afferma Stuart Gietel-Basten, professore di scienze sociali alla Khalifa Università di Abu Dhabi. “È un grosso problema psicologico. Probabilmente il più grande”, ha detto Gietel-Basten. Gietel-Basten ha affermato che la Cina in realtà si sta adattando da anni al cambiamento demografico, elaborando politiche per spostare le sue attività economiche lungo la catena del valore dell’innovazione, puntando specialmente sullo sviluppo della produzione dei semiconduttori e dell’industria dei servizi finanziari.
In un rapporto pubblicato delle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale della popolazione 2022, gli autori hanno stimato che la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi a novembre che l’India sostituirà pienamente la Cina come nazione più popolosa del mondo nel 2023. Il rapporto ha anche affermato che la crescita della popolazione globale è scesa al di sotto dell’1% nel 2020 per la prima volta dal 1950.