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Sark, l’Isola britannica senz’auto né motori dove il tempo si è fermato

Sark, l’Isola britannica senz’auto né motori dove il tempo si è fermato

K metro 0 – Londra – Sark, un mondo in una noce. Un piccolo mondo a sé,   nelle fredde acque della Manica, il canale  che separa la Gran Bretagna dall’Europa continentale. E collega il Mare del Nord con l’Oceano Atlantico. Una piccola isola dove le auto sono bandite. A  Sark non ci sono lampioni, strade

K metro 0 – Londra – Sark, un mondo in una noce. Un piccolo mondo a sé,   nelle fredde acque della Manica, il canale  che separa la Gran Bretagna dall’Europa continentale. E collega il Mare del Nord con l’Oceano Atlantico.

Una piccola isola dove le auto sono bandite. A  Sark non ci sono lampioni, strade asfaltate e rombo dei motori. Gli unici veicoli autorizzati sono i cari trainati da cavalli, le biciclette e i trattori.  

Incastonata tra Jersey e Guernsey, Sark è la più piccola delle quattro isole principali del Canale. Dove la vita è radicata nella tradizione feudale. Larga solo 3 miglia e lunga 1,5, è orlata da spiagge pallide e da scogliere in cui nidificano gli uccelli marini. Un luogo ideale di cui Mike MacEacheran cerca di restituirci il fascino in un suo reportage per la BBC (The British island stuck in time).

Un’isola ferma nel tempo. Le sue stradine rurali sono fiancheggiate da frutteti, siepi e giardini recintati, impollinati dalle api mellifere.

C’è una gelateria che si affaccia sul porto di Creux, cavalli da tiro nei campi verde smeraldo e corse di pecore in estate. Al calar della notte, la Via Lattea è bassa per incontrare l’occhio nudo.

La gente del posto è molto resistente al cambiamento. “Per quanto possiamo, viviamo una vita rurale tradizionale. Abbiamo un caseificio, allevamenti di pecore, orti.  La vita cambia, ma sta cambiando al ritmo che vogliamo noi” dice il tenente colonnello Reginald Guille.

Nato a Sark durante l’occupazione tedesca dell’isola nel 1942, l’ha lasciata  quando aveva 15 anni per arruolarsi nella Royal Navy. Poi è tornato dopo essere andato in pensione nel 1997.

Sark è davvero un mondo in una noce. Ha il proprio parlamento, l’erario e proprie leggi e tasse. E ha anche una sua prigione lillipuziana: con  due sole celle  (i prigionieri detenuti per più di 72 ore devono essere trasportati nell’isola di Guernsey, una dipendenza della Corona Britanica che non comporta appartenenza al Regno Unito, ma è dotata di governo autonomo).

Semiautonoma è pure Sark.   Il governo del Regno Unito è responsabile della difesa e delle relazioni internazionali. Ma l’isola,   con il proprio codice paese delle Nazioni Unite (680) è un’anomalia provocatoria: è stata l’ultimo Stato feudale in Europa, che ha smantellato il suo sistema feudale di governo ereditario,  vecchio di quasi 450 anni, per consentire una migliore rappresentanza democratica dei suoi 500 residenti nel 2008.

Nel 1565 Sark era poco più di un covo di pirati dediti al contrabbando. La regina  Elisabetta la regalò allora  ai coloni della vicina isola di Jersey (oggi noto paradiso fiscale…insieme ad altre isole della Manica)  in cambio della liberazione di Sark dai bucanieri.

Sark rimane ancora una delle isole più arcaiche del mondo. Oggi,  è amministrata  dal Chief Pleas, il piccolo parlamento dell’isola, composto da 18 conseillers, o rappresentanti (attualmente ci sono tre posti vacanti da riempire), un presidente e il seigneur – il leader ufficiale dell’isola il cui soprannome francese significa “capo di governo feudale”.

I consiglieri lavorano senza retribuzione. Il tenente colonnello Guille è il presidente del Chief Pleas, che sbriga tutti gli affari parlamentari. Ed è anche presidente del Sark Cricket Club.

L’isola ha un proprio sistema sanitario e scolastico e una propria compagnia elettrica privata, e gli isolani devono raccogliere 1,5 milioni di sterline all’anno per coprire i costi, compresi quelli della gestione della piccola prigione dell’isola.

Ma la reputazione di Sark garantisce che le finanze dell’isola siano in buona salute: riceve 60.000 visitatori ogni estate.

Il turismo è l’industria trainante, su cui Sark fa affidamento per mantenere il suo stile di vita. Tra i motivi per venire a visitarla, Guille elenca le colonie di uccelli marini, due pub (The Mermaid Tavern e Bel Air Inn) e il cielo notturno: Sark è stata dichiarata la prima comunità internazionale Dark Sky in Europa nel 2011 e la gente del posto usa ancora le torce a mano per avventurarsi lungo i sentieri rurali dopo il tramonto.

La reputazione di Sark è costruita sulla tradizione e su una vaga nostalgia. Ma piccoli progressi si stanno insinuando nella vita di tutti i giorni. Il medico dell’isola e i primi soccorritori ora usano biciclette elettriche. C’è un’ambulanza, ma la cabina di guida è stata volutamente rimossa e sostituita da un trattore.

Dietro lo Stocks Hotel dell’isola, un orto produce verdure biologiche che vengono fertilizzate utilizzando il letame dei cavalli delle carrozze. Uno spazio che è diventato un laboratorio di ricerca per rivitalizzare gli ecosistemi naturali dell’isola.

Oltre ad essere un’isola molto particolare, Sark è quasi certamente un luogo dove il ritmo di vita senza auto è più lento e rilassato. In un mondo che spesso sembra aver perso la sua strada, Sark ha un’intensa vita comunitaria, ricca di tradizioni. La sua più grande speranza è che continui ad essere importante  per i visitatori come lo è per i suoi abitanti, nonostante l’avanzare del tempo.

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