K metro 0 – Parigi – Elisabeth Borne ha invitato i sindacati a “non penalizzare i francesi”. Lo ha detto oggi il premier a margine della sua vista a Disneyland Paris. Il premier ha reagito alla chiamata allo sciopero fatta dalla Cgt Petroleum, lanciando a sua volta un “appello alla responsabilità” ai sindacati. “Possiamo scioperare, ma le preoccupazioni dei
K metro 0 – Parigi – Elisabeth Borne ha invitato i sindacati a “non penalizzare i francesi”. Lo ha detto oggi il premier a margine della sua vista a Disneyland Paris. Il premier ha reagito alla chiamata allo sciopero fatta dalla Cgt Petroleum, lanciando a sua volta un “appello alla responsabilità” ai sindacati. “Possiamo scioperare, ma le preoccupazioni dei nostri concittadini sono già forti, quindi troviamo modalità di azione che non penalizzino i francesi “, ha detto il presidente del Consiglio.
Intanto tre leader repubblicani – il presidente di LR, Eric Ciotti, e i capigruppo parlamentari all’Assemblea nazionale, Olivier Marleix, e al Senato, Bruno Retailleau – sono stati ricevuti, oggi, a Palais Matignon per un colloquio con la Borne, sulla riforma delle pensioni . L’esecutivo infatti, spera ancora in un ampio sostegno da parte di LR per far passare in Parlamento il suo testo sulla riforma.
I principali sindacati francesi invece hanno annunciato ieri, una giornata di mobilitazione e di sciopero per il 19 gennaio contro la riforma delle pensioni annunciata del governo, che porta, in particolare, l’età per andare in pensione da 62 a 64 anni nel 2030. “Abbiamo partecipato alla concertazione, abbiamo fatto delle proposte, abbiamo illustrato i nostri punti di vista per quanto riguarda il lavoro usurante e non hanno cambiato nulla”, afferma il segretario generale della Cgt, Philippe Martinez, ai microfoni di ‘Bfm’ auspicando il massimo di lavoratori in sciopero il 19 gennaio.
Per il segretario generale della Cfdt, Laurent Berger si tratta “di una delle riforme più brutali di questi ultimi 30 anni”. Il 19 gennaio, aggiunge ai microfoni della tv all news francese, “sarà l’inizio di una grande mobilitazione contro la riforma delle pensioni”. Per il segretario generale dell’Unsa, Laurent Escure, questa riforma annunciata da Borne “non era necessaria”: “non c’era urgenza di mettere in equilibrio il sistema pensionistico” in Francia.
La mobilitazione è stata proclamata oltre che da Cgt, Cfdt e Unsa anche da Force Ouvrière, Cfe-Cgc, Solidaires, Cftc e Fsu. “Avevamo avvisato che se ci fosse stato uno slittamento dell’età per andare in pensione, saremmo scesi in piazza. Allora ci saremo”, sottolinea il presidente della Cftc, Cyril Chabanier.
Anche il leader della France Insoumise, il partito di estrema sinistra, Manuel Bompard chiede ai francesi di “scendere in piazza per impedire questa brutale” riforma delle pensioni. “Sosterremo tutte le mobilitazioni”, annuncia. Anche l’esponente dell’estrema destra del Rassemblement National, Marine Le Pen, contesta il progetto del Governo. “Chiedendo ai francesi di lavorare più a lungo Emmanuel Macron non offre alcuna prospettiva di vita serena e degna ai nostri concittadini. E’ un imperativo morale quello di opporsi a questa terribile regressione sociale”.
La riforma già fa tanto discutere anche tra gli intellettuali. “L’età pensionabile – sottolinea in un tweet il sociologo francese Edgar Morin – dovrebbe essere differenziata; uno che è innamorato del suo mestiere, se lo desidera, potrebbe andare in pensione a 70 anni; una persona che svolge un lavoro difficile o malsano la prenderebbe a 55 anni. Nessuna cronologia astratta, ma una pensione ‘à la carte’ entro dei limiti fissati”, suggerisce Morin.