K metro 0 – Praga – Oggi il governo ceco ha approvato un disegno di legge che porta la spesa complessiva per la difesa all’obiettivo, sollecitato dalla NATO, del 2% del Pil lordo. I membri della NATO avevano già concordato nel 2014 di impegnarsi a raggiungere l’obiettivo di spesa del 2% entro il 2024. Ad
K metro 0 – Praga – Oggi il governo ceco ha approvato un disegno di legge che porta la spesa complessiva per la difesa all’obiettivo, sollecitato dalla NATO, del 2% del Pil lordo. I membri della NATO avevano già concordato nel 2014 di impegnarsi a raggiungere l’obiettivo di spesa del 2% entro il 2024. Ad oggi, però, solo 9 dei 30 membri dell’Alleanza Atlantica raggiungono o superano tale obiettivo.
Il ministro della Difesa Jana Cernochova ha affermato che la scelta “garantirà un finanziamento stabile e trasparente di grandi progetti strategici di difesa in futuro”, riferisce l’Ap.
La guerra in Ucraina riferisce il titolare della difesa, “ha chiarito che dobbiamo essere pronti per i conflitti attuali e futuri ed è per questo che è assolutamente necessaria una rapida modernizzazione dell’esercito”.
Sebbene quest’anno i cechi spenderanno solo l’1,52% del PIL per la difesa, l’obiettivo del 2% dovrebbe essere raggiunto nel 2024: una volta che il disegno di legge sarà stato approvato in parlamento, dove la coalizione dell’attuale governo ha la maggioranza in entrambe le camere.
La presidenza ceca dell’UE ha cercato compromessi accettabili per tutti, ma i suoi risultati hanno riguardato anche gli interessi dei cittadini cechi, ha affermato il primo ministro Petr Fiala durante la conferenza stampa odierna in cui valuta gli ultimi sei mesi della Cechia alla guida del Consiglio dell’UNIONE EUROPEA. Il ministro per gli Affari europei Mikulas Bek (Sindaci e Indipendenti, STAN) ha affermato che prima la Repubblica Ceca aveva la reputazione di un satellite ungherese alla periferia dell’Europa, ma la sua immagine è migliorata durante la sua presidenza e attualmente Praga è vista come una realtà comunitaria che gioca un ruolo attivo al centro degli sviluppi europei.
Praga da tempo sta dando la priorità a diverse aree chiave, tutte collegate alla risposta europea all’aggressione russa contro l’Ucraina. Al centro della politica ceca stanno le questioni derivanti sia dalla sicurezza energetica che dalla difesa nazionale.
La Repubblica ceca infatti, ha continuato la linea dura nei confronti della Russia con una netta politica di sanzioni, sostenendo l’istituzione di una Corte internazionale per perseguire i crimini di guerra e isolando il regime di Putin nella cena internazionale. Oltre alla questione della dipendenza energetica e della ricerca di fonti alternative a petrolio e gas, altri ostacoli ruotano attorno alla situazione interna e al dibattito politico, nonché alla linea da seguire rispetto ai valori giuridici e culturali europei.
L’invasione russa dell’Ucraina ha accelerato la modernizzazione dell’esercito ceco con l’approvvigionamento pianificato di nuovi dispendiosi armamenti. I cechi infatti, hanno negoziato con gli Stati Uniti un possibile acquisto di 24 aerei da combattimento F-35 e hanno tenuto colloqui con la Svezia per l’acquisizione di 210 veicoli corazzati CV90.
La Repubblica Ceca è stata una convinta sostenitrice dell’Ucraina, donando armi dell’era sovietica alle forze ucraine, compresi i carri armati. Ha inoltre rilasciato per motivi umanitari quasi 475.000 visti ai rifugiati ucraini, consentendo loro l’accesso all’assistenza sanitaria e finanziaria, ai permessi di lavoro e ad altri benefici.