K metro 0 – Adnkronos – Roma – A Roma niente botti per il Capodanno 2023. Anche quest’anno infatti sarà vietato l’uso di fuochi d’artificio, razzi, petardi e materiale esplodente di altro tipo in occasione dei tradizionali festeggiamenti di fine anno, ad eccezione degli spettacoli pirotecnici svolti da professionisti espressamente autorizzati. Il divieto, si legge
K metro 0 – Adnkronos – Roma – A Roma niente botti per il Capodanno 2023. Anche quest’anno infatti sarà vietato l’uso di fuochi d’artificio, razzi, petardi e materiale esplodente di altro tipo in occasione dei tradizionali festeggiamenti di fine anno, ad eccezione degli spettacoli pirotecnici svolti da professionisti espressamente autorizzati. Il divieto, si legge in una nota, disposto con Ordinanza del Sindaco n.208 del 29 dicembre, sarà in vigore dalle ore 01 del 31 dicembre 2022 alle ore 24.00 del 6 gennaio 2023.
“Si tratta di una misura necessaria per garantire l’incolumità fisica delle persone, con particolare riguardo ai minori, nonché la tutela della pubblica sicurezza e del patrimonio pubblico e privato – commenta Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale – Poiché le norme in vigore non prevedono per i Comuni la possibilità di limitare la vendita di materiali pirotecnici, l’unica prevenzione possibile è quella di limitare al massimo l’utilizzo di questo genere di prodotti che, come ci insegna l’esperienza, possono provocare danni alle persone e al patrimonio artistico, culturale e ambientale della nostra città. Si tratta anche di un gesto di attenzione nei confronti dei nostri amici animali, che come ben sappiamo risentono in modo assai negativo dei forti rumori collegati all’uso dei materiali esplodenti”.
Resta consentito l’uso di fontane luminose, tubi lancia-coriandoli, bacchette scintillanti e di tutti i materiali espressamente consentiti dal D. Lgs. 29 luglio 2015 n.123. L’inosservanza delle disposizioni contenute nell’ordinanza sindacale comporta l’applicazione delle sanzioni pecuniarie da 25 a 500 euro e il sequestro dei materiali, ferme restando le sanzioni più gravi applicabili ai sensi della normativa vigente.