K metro 0 – Riga – Il ministero delle Finanze della Lettonia ha aggiornato le prospettive degli indici macroeconomici per il 2022-2025. Le prospettive di crescita del Pil sono state ridotte all’1,6% per il 2022, mentre per il 2023 si prevede un calo dello 0,6%. Ciò significa che, rispetto alle precedenti prospettive macroeconomiche, l’outlook presentato
K metro 0 – Riga – Il ministero delle Finanze della Lettonia ha aggiornato le prospettive degli indici macroeconomici per il 2022-2025. Le prospettive di crescita del Pil sono state ridotte all’1,6% per il 2022, mentre per il 2023 si prevede un calo dello 0,6%. Ciò significa che, rispetto alle precedenti prospettive macroeconomiche, l’outlook presentato ad agosto ha visto ridursi le previsioni di crescita del Pil di 1,2 punti percentuali per il 2022 e di 1,6 punti percentuali per il 2023.
Così, in seguito alla ripresa dei consumi privati dopo le restrizioni della Covid-19 e la limitata influenza della guerra, la crescita economica della Lettonia ha raggiunto il 4,1% nella prima metà del 2022. Nella seconda metà dell’anno, tuttavia, i prezzi elevati e il minore potere d’acquisto hanno fatto scendere i tassi di crescita dei consumi. Ciò ha peggiorato la situazione dei produttori lettoni e ha mantenuto i livelli di investimento a un livello basso. Questo ha fatto sì che il Pil della Lettonia scendesse dello 0,6%. Si prevede che l’economia calerà ancora nel quarto trimestre del 2022. I prezzi elevati delle risorse energetiche, l’aumento dei costi di produzione e la debolezza della domanda sui mercati esterni continueranno a incidere negativamente sull’economia del Paese baltico nella prima metà del 2023. Si prevede pertanto che il 2024 e il 2025 mostreranno entrambi una dinamica positiva, con una crescita del prodotto interno lordo che potrebbe raggiungere il 3%.
Rispetto alle previsioni di agosto, le prospettive macroeconomiche aggiornate migliorano leggermente anche sull’inflazione per il 2022 e il 2023. La crescita dei prezzi al consumo raggiungerebbe il 17,3% nel 2022. Nel 2023, invece, i prezzi scenderebbero dell’8,5%. Si tratta di 0,8 e 2,0 punti percentuali in più rispetto a quanto indicato nell’outlook pubblicato ad agosto. La pressione dell’inflazione dovrebbe diminuire nei prossimi due anni, stabilizzandosi al 2% entro il 2025.
Nell’aggiornamento delle prospettive macroeconomiche, il ministero delle Finanze ha mantenuto l’ipotesi che la situazione geopolitica non peggiorerà troppo e che le guerre in corso non si intensificheranno. Esso non prevede inoltre un aumento significativo della pandemia Covid-19, che altrimenti richiederebbe l’imposizione di nuove restrizioni di raccolta, commerciali e di altro tipo. I maggiori rischi negativi sono legati dunque alla situazione geopolitica, nonché alle rapide fluttuazioni dei prezzi delle risorse energetiche e alla loro limitata disponibilità, che avranno un ulteriore impatto negativo sulla crescita economica.
Intanto, i lettoni hanno raccolto 10 000 firme a sostegno dell’iniziativa per il congelamento degli stipendi di deputati e ministri. Sul portale di iniziative Manabalss.lv sono state difatti raccolte 10.000 firme a favore dell’iniziativa che propone di congelare l’entità dei salari del Presidente dello Stato, dei ministri, dei deputati della Saeima e di “altri dipendenti pubblici”.
Secondo l’autrice dell’iniziativa Nora Freimane, la proposta suggerisce di congelare gli stipendi dei principali funzionari statali e dei dipendenti pubblici agli importi attuali fino a quando la situazione economica del Paese non si sarà stabilizzata. Vale a dire, stabilizzare l’inflazione a un livello ragionevole e superare la crisi dei prezzi del gas e dell’elettricità.