K metro 0 – Bruxelles – Tin Tin può sorridere, e con lui i Puffi, icone dei più famosi fumettisti del Belgio, ormai stampate sui passaporti del piccolo paese. Dal 1° gennaio 2023, gli stipendi mensili netti di tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, in Belgio, aumenteranno di un minimo di 50 euro netti al
K metro 0 – Bruxelles – Tin Tin può sorridere, e con lui i Puffi, icone dei più famosi fumettisti del Belgio, ormai stampate sui passaporti del piccolo paese. Dal 1° gennaio 2023, gli stipendi mensili netti di tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, in Belgio, aumenteranno di un minimo di 50 euro netti al mese (600 euro all’anno).
Questo grazie all’indicizzazione annuale e all’adeguamento delle aliquote d’imposta alla fonte sul salario, secondo i calcoli pubblicati martedì, da HR SD Worx (un’azienda internazionale, con sede in Belgio, di servizi di gestione delle risorse umane e delle paghe).
Il Belgio è l’unico paese Ue che garantisce ancora un meccanismo di adeguamento automatico dei salari, per preservare il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti.
In confronto, due anni fa, si parlava solo di un aumento in media di 5 euro al mese o 60 euro l’anno (salito, nel 2021, a circa 240 euro l’anno). L’aumento di quest’anno è dovuto non solo all’indicizzazione salariale automatica per settore, ma a una rimodulazione delle aliquote fiscali, grazie alla quale, “una parte più grande dello stipendio rientra in uno scaglione fiscale inferiore, traducendosi in un salario netto più elevato”, come spiega Kristiaan Andries, consigliere del centro studi SD WORX.
In Belgio l’inflazione era già salita al 7,59% (il livello più alto dal 1983) alla fine di gennaio di quest’anno. E da allora ha continuato ad aumentare (a novembre è arrivata quasi all’11%).
La Banca Centrale belga ha previsto che i salari potranno subire aumenti pari anche al 10%, per far fronte all’aumento dei prezzi, che sono saliti ovunque in Europa. Ma a differenza della maggior parte dei paesi dell’Ue, in Belgio i salari aumentano quando l’inflazione aumenta.
E la differenza principale è che in Belgio questo avviene automaticamente per non far perdere potere d’acquisto ai cittadini.
“Con l’aumento del prezzo dell’energia, dei generi alimentari, dei prodotti di consumo, insomma dei beni di prima necessità, è fondamentale che le persone possano continuare a soddisfare i loro bisogni. Per questo abbiamo questo principio che è essenziale, e che prevede l’obbligo di aumentare salari, indennità, pensioni quando aumenta anche il prezzo dei prodotti”, sostiene Ahmed Laaouej, capogruppo del Partito Socialista alla Camera dei Rappresentanti del Belgio.
Ma alcuni chiedono di evitare l’indicizzazione automatica. L’associazione imprenditoriale fiamminga pensa che ciò potrebbe aiutare le aziende a non perdere competitività. Per ora, il primo ministro belga Alexander de Croo si dice contrario ad un aumento dell’indice. Ma se l’inflazione continua a salire, il dibattito si riaprirà.
E i maligni, intanto, fanno notare che, con un’indicizzazione al 10%, anche la famiglia reale beneficerà di un sostanzioso aumento del suo già cospicuo appannaggio (chissà cosa ne pensa la forte componente repubblicana della parte fiamminga del Belgio…).
Per non parlare poi di altri privilegiati, come gli strapagati funzionari delle istituzioni dell’Ue, che mentre i comuni cittadini belgi combattono contro il carovita e gli aumenti di gas luce ed elettricità, hanno già avuto aumenti di stipendio del 2,4% lo scorso giugno. E con la nuova indicizzazione potrebbero ricevere aumenti di 1300 euro in media al mese. Vive la différence…