K metro 0 – Vienna – Il freno ai prezzi dell’elettricità, annunciato da tempo, entra in vigore in Austria il 1° dicembre e potrebbe valere fino al 30 giugno 2024. Per ogni famiglia, dunque, fino a un consumo di 2.900 kWh di elettricità all’anno, il prezzo sarà sostenuto dal governo federale a un tasso di 10 centesimi per kWh. A partire da questo valore, il governo federale si accolla fino a 30 centesimi per kWh, a loro volta rimborsati al fornitore di energia elettrica. Fino a un consumo di 2.900 kWh, il prezzo sarà ridotto automaticamente, cioè direttamente sulla bolletta.

Tutto questo è stato annunciato oggi a una conferenza stampa dal ministro delle Finanze Magnus Brunner, il ministro per la Protezione del clima Leonore Gewessler e da Michael Strugl, Presidente di Austria Energia. Il freno al prezzo dell’elettricità è calcolato per un consumo medio annuo di tre persone.

Oltre a questo modello di base, come riferisce la testata Kurier, è prevista una quota aggiuntiva per le famiglie con più di tre persone. Ogni persona riceve una quota aggiuntiva di 350 kWh al prezzo di 30 centesimi. Ciò corrisponde a uno sgravio aggiuntivo di oltre 100 euro per persona e per anno.

Il governo intende inoltre rinforzare i sussidi alle imprese. È già stato deciso un sussidio per i costi dell’energia per le aziende energivore.  Questa sovvenzione, valida da febbraio a settembre 2022, potrà ora essere estesa a un volume ancora più elevato per le imprese fino alla fine del 2023 nell’ambito della disciplina Ue sugli aiuti di Stato. “Utilizzeremo anche questo quadro di aiuti”, ha confermato Brunner.

Si è discusso anche di un freno al prezzo del gas per le famiglie e le imprese, come sta facendo la Germania e come chiede, ad esempio, l’SPÖ. “Piuttosto improbabile – risponde Brunner -. In Austria, solo un quarto delle famiglie si riscalda con il gas”. Secondo Gewessler, “la cosa migliore sarebbe una soluzione comune europea contro gli alti prezzi del gas. Sono sempre stato favorevole a soluzioni rapide a livello europeo”. Il 19 dicembre si terrà difatti un altro Consiglio dei ministri dell’Energia dell’Ue. Gewessler spera che in quell’occasione si possano decidere “soluzioni comuni”. Ha anche accennato al fatto che “il sussidio per il riscaldamento dei Länder potrebbe essere aumentato con il sostegno finanziario del governo federale”. Brunner ha confermato questa opzione, che andrebbe a vantaggio soprattutto delle famiglie a basso reddito.

Intanto gli stipendi dei politici aumentano del 5,3 per cento. L’impennata dell’inflazione si riflette anche sugli stipendi dei politici: l’anno prossimo riceveranno il 5,3% in più. La Corte dei Conti ha pubblicato questo aumento legalmente fissato nella Gazzetta ufficiale della “Wiener Zeitung” di giovedì. Salvo diversa decisione del Consiglio nazionale, l’aumento entrerà in vigore il 1° gennaio 2023.

L’anno prossimo, ad esempio, i ministri riceveranno 19.072 euro (più 960). I capi dei cinque partiti parlamentari hanno diritto a 16.211 euro (più 816), mentre il Presidente del Consiglio nazionale, Wolfgang Sobotka (ÖVP), ne riceverà 20.026 (più 1.009).

Nel determinare gli aumenti salariali, la Presidente dell’ACA (Austrian Cort of Audit) Margit Kraker non ha alcun margine di manovra. Essi derivano, infatti, da un fattore di aggiustamento fissato per legge, che corrisponde al tasso di inflazione del periodo compreso tra luglio dell’anno precedente e giugno dell’anno in corso, oppure all’aumento della pensione ASVG fissato per l’anno successivo. Viene utilizzato il valore più basso. Per il 2023, l’inflazione era pari al 5,3% (che corrisponde a un fattore di aggiustamento di 1,053), mentre il valore ASVG era pari al 5,8%.