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L’ONU teme l’escalation militare in Siria

K metro 0 – New York – L’inviato speciale dell’ONU per la Siria Geir Pedersen ha affermato ieri che l’attuale escalation militare in Siria è pericolosa per i civili e per la stabilità regionale, e ha esortato la Turchia e le forze a guida curda nel nord del Paese a ridurre subito la tensione e

K metro 0 – New York – L’inviato speciale dell’ONU per la Siria Geir Pedersen ha affermato ieri che l’attuale escalation militare in Siria è pericolosa per i civili e per la stabilità regionale, e ha esortato la Turchia e le forze a guida curda nel nord del Paese a ridurre subito la tensione e a ripristinare la relativa calma che ha prevalso negli ultimi tre anni.

L’appello delle Nazioni Unite alla massima moderazione e alla de-escalation si applica anche ad altre aree della Siria. Pedersen ha difatti evidenziato la recrudescenza delle violazioni della tregua nell’ultima roccaforte dei ribelli nel nord-ovest di Idlib, gli attacchi aerei attribuiti a Israele a Damasco, Homs, Hama e Latakia, nonché quelli segnalati al confine tra Siria e Iraq e gli incidenti di sicurezza e i nuovi scontri militari nel sud. Ne ha parlato in dettaglio Associated Press.

La maggiore preoccupazione di Pedersen è dunque il lento aumento degli attacchi reciproci tra le Forze Democratiche Siriane, la principale forza a guida curda sostenuta dagli Stati Uniti in Siria, e la Turchia e i gruppi armati di opposizione nel nord della Siria, con violenze che si riversano in territorio turco. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha però giurato di ordinare un’invasione di terra nel nord della Siria contro i gruppi curdi dopo l’esplosione del 3 novembre a Istanbul che ha ucciso sei persone e ne ha ferite decine; e il governo ha lanciato una raffica di attacchi aerei su presunti obiettivi dei militanti nel nord della Siria e dell’Iraq come rappresaglia.

I gruppi curdi hanno negato il coinvolgimento nell’attentato e affermano che gli attacchi turchi hanno ucciso civili e minacciato la lotta contro il gruppo dello Stato Islamico. Ma Pedersen ha citato rapporti di attacchi delle Forze Democratiche Siriane contro le forze turche, anche all’interno del territorio turco.

L’inviato dell’ONU ha pertanto ribadito di essersi recato a New York per avvertire il Consiglio di Sicurezza dei “pericoli di un’escalation militare” e di temere cosa significherebbe una grande operazione militare per i civili siriani e per la più ampia sicurezza regionale. Ha espresso preoccupazione per il fatto che il comitato composto da rappresentanti del governo, dell’opposizione e della società civile, che dovrebbe rivedere la costituzione siriana, non si riunisce da sei mesi e ha ribadito la richiesta di un incontro a Ginevra a gennaio.

Il capo delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, Martin Griffiths, ha detto al Consiglio in un video briefing che il divario tra i bisogni dei siriani e i fondi disponibili continua a crescere. “La tendenza è chiara: ogni anno sempre più persone hanno bisogno del nostro sostegno per sopravvivere”, ha affermato. “Ci aspettiamo di vedere un’impennata del numero di coloro che hanno bisogno di assistenza umanitaria, da 14,6 milioni di quest’anno a oltre 15 milioni nel 2023”.

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