fbpx

Lisbona, oltre un milione di portoghesi vivono da soli

K metro 0 – Quasi un quarto (24,8%) delle famiglie portoghesi è composto da una sola persona, un dato emerso dal censimento 2021, in aumento del 18,6% rispetto al 2011. Non solo. Per la prima volta dal XIX secolo l’operazione rilevamento ha registrato una riduzione della popolazione del 2,1% nell’ultimo decennio. I risultati definitivi sono

K metro 0 – Quasi un quarto (24,8%) delle famiglie portoghesi è composto da una sola persona, un dato emerso dal censimento 2021, in aumento del 18,6% rispetto al 2011. Non solo. Per la prima volta dal XIX secolo l’operazione rilevamento ha registrato una riduzione della popolazione del 2,1% nell’ultimo decennio. I risultati definitivi sono stati resi noti questo mercoledì, ma c’è ancora molto da indagare, secondo quanto ipotizzato dal presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale di statistica (INE), Francisco Lima.

Solo il distretto di Porto, ad esempio, ha perso più di 31.000 abitanti in 14 comuni. In termini di dimensioni del nucleo familiare, la media nel 2021 era di 2,5 persone. In dettaglio, più della metà di queste famiglie (517146) è composta da persone con più di 65 anni, soprattutto da donne (379573). In termini geografici, è nelle aree interne centrali e settentrionali del Paese che le famiglie con una sola persona sono più numerose.

Quasi un quinto delle famiglie portoghesi (18,5%) è costituito da famiglie monoparentali, per lo più composte da madri e figli (85,6%). La percentuale di famiglie monoparentali è aumentata di 3,6 punti percentuali rispetto all’ultimo censimento del 2011. Le regioni di Madeira, Algarve e l’area metropolitana di Lisbona sono quelle con le percentuali più alte di famiglie monoparentali.

Un altro cambiamento di modello è “il peso” delle famiglie composte da “coppie ricostituite”, in altre parole persone divorziate con figli che non appartengono a entrambi. In questo caso, nel 2021, il numero di nuclei familiari di coppie ricostituite (almeno un figlio non comune alla coppia) era di 124.717 – circa l’8,8% del totale delle famiglie con figli; 2,3 punti percentuali in più rispetto al 2011. L’area metropolitana di Lisbona e le regioni dell’Algarve e dell’Alentejo, sono quelle dove si riscontra una maggiore espressione di questo tipo di organizzazione familiare.

In definitiva, la percentuale maggiore di popolazione (43,5%) è costituita da single, seguita dal gruppo di persone sposate (41%), che è diminuito di 5,6 punti percentuali nell’ultimo decennio. In direzione opposta, sono aumentati i divorziati, dal 5,6 all’8%, tra il 2011 e il 2021. Le unioni consensuali sono cresciute del 38,2% rispetto al 2011. Un aumento registrato in tutte le regioni, soprattutto in Algarve e nell’Área Metropolitana de Lisboa.

Anche la popolazione straniera residente in Portogallo è in salita, secondo i dati: nel 2011 erano 542314 persone – il 5,2% della popolazione, mentre nel 2011 erano il 3,7%. La comunità estera più numerosa è quella dei brasiliani (199810 persone, circa il 36,8% del totale dei residenti stranieri registrati). Ma il censimento ha mostrato anche una “forte crescita” di altre comunità, come quelle provenienti dal Nepal (passate da 959 individui nel 2011 a 13.224 nel 2021) e dal Bangladesh (da 853 a 9150).

La capitale lusitana sta vivendo, fra l’altro, un’emergenza ospedaliera. Lisbona dispone difatti di 36 centri sanitari che operano oltre l’orario consueto. Le unità con orario prolungato possono essere consultate sul portale del Servizio Sanitario Nazionale e, in caso di malattia acuta, il paziente può ricorrere al servizio più adatto a lui, ha ricordato mercoledì il ministro della Salute. La modalità “open house” per la vaccinazione contro il covid-19 è già stata aperta per chi ha più di 65 anni. Tra le novità, la creazione di un team di monitoraggio e intervento per la risposta stagionale nella salute, che opererà in modo permanente nell’edificio del ministero e che avrà la collaborazione di tutti gli stakeholder della salute.

A Lisbona e nella Valle del Tago ci sono già 36 centri sanitari con nuovi orari di apertura. In un momento in cui i servizi di emergenza ospedaliera nella regione registrano una forte domanda, il ministro della Salute ha colto l’occasione per ricordare agli utenti che, per le malattie acute, “non è necessario farsi visitare nel proprio centro sanitario”. In altre parole, possono rivolgersi all’unità più vicina o a quella con gli orari di apertura più convenienti.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: