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Sondaggio in Germania: le donne si sentono insicure in molti luoghi

Sondaggio in Germania: le donne si sentono insicure in molti luoghi

K metro 0 – Berlino – Secondo il rapporto “Sicurezza e criminalità in Germania”, presentato ieri a Berlino dal presidente dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), Holger Münch, e dal ministro federale dell’Interno, Nancy Faeser (SPD), le donne non si sentono sicure in molti luoghi, soprattutto nei trasporti pubblici di notte. Solo 3 di loro

K metro 0 – Berlino – Secondo il rapporto “Sicurezza e criminalità in Germania”, presentato ieri a Berlino dal presidente dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), Holger Münch, e dal ministro federale dell’Interno, Nancy Faeser (SPD), le donne non si sentono sicure in molti luoghi, soprattutto nei trasporti pubblici di notte. Solo 3 di loro su 10 si sentono “protette” senza una scorta quando cala il buio, rispetto al 60% degli uomini.

Secondo il BKA, il sondaggio (riportato dalla testata tedesca zdf.de), con più di 45.000 partecipanti, è il più importante mai condotto in Germania sulle esperienze con la criminalità. “I risultati mostrano che le restrizioni alla libertà di movimento sono parte integrante della vita quotidiana di molte donne”, ha osservato Münch. Più di una su due ha dichiarato di evitare “spesso” o “molto spesso” determinate strade, parchi o piazze, di evitare gli sconosciuti se possibile o i trasporti pubblici di notte. Gli uomini lo fanno molto meno spesso. “Non possiamo accettare che molte donne non si muovano liberamente di notte, che si limitino perché si sentono minacciate” ha affermato Nancy Faeser, ministro federale dell’Interno (SPD).

Prevale poi il crimine informatico. Il 13,5% dei partecipanti all’indagine ha avuto esperienze in tal senso nei dodici mesi precedenti il sondaggio. Più di uno su quattro si astiene dall’effettuare transazioni finanziarie su Internet per motivi di sicurezza. La criminalità informatica è una delle maggiori sfide per le autorità di sicurezza.

I tedeschi sono anche quelli che subiscono più violenza online, soprattutto verbale (il 4,6% degli intervistati). La maggior parte delle vittime, tuttavia, lo sperimenta ripetutamente. Il 40% teme anche le frodi in rete. Il timore di diventare vittima di un crimine a causa di pregiudizi affligge invece solo poche persone: poco meno di una su dieci.

Tuttavia, la situazione è molto diversa tra gli intervistati con radici familiari all’estero. Ad esempio, il 18,3% di quelli con un background migratorio polacco e addirittura il 49,1% di coloro con un background migratorio turco temono questa situazione. Gli intervistati con un background migratorio hanno anche una visione molto più scettica della polizia. Le persone di origine turca, in particolare, percepiscono più spesso gli agenti di polizia come sconsiderati e pensano che gli agenti manchino di compassione.

La grande maggioranza degli intervistati si sente infine al sicuro tra le proprie mura. Anche quando sono soli di notte, più del 90% degli intervistati si sente “molto sicuro” o “abbastanza sicuro”. Più di una persona su quattro ha invece paura dei furti.

In tema di violenza domestica, invece, si legge sul sito del Consiglio d’Europa, che il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Grevio), ritiene che numerosi paesi non prestino sufficiente attenzione alla protezione dei bambini e delle vittime di violenza domestica. Nel Montenegro e in Italia, ad esempio, il Gruppo di esperti ha osservato che gli atti di violenza domestica commessi in presenza dei figli comportano pene più severe. Sia in Italia sia nei Paesi Bassi, gli atti di violenza perpetrati sulle donne in presenza di un figlio sono equiparati al maltrattamento sui minori. In Andorra e nel Montenegro, la legislazione ritiene che il fatto di assistere a tale forma di violenza equivalga all’averla subita direttamente e in entrambi i casi richiede che gli organi ufficiali garantiscano lo stesso livello di protezione e di supporto. La legislazione del Principato di Andorra definisce “vittime” le donne che subiscono forme di violenza fondata sul genere e i loro figli minori, allo scopo di riconoscere loro il diritto a un supporto sociale, psicologico e medico. Vale infine la pena menzionare l’esempio incoraggiante del Danish Stalking Centre in Danimarca, che propone un sostegno psicologico ai bambini testimoni di casi di stalking.

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