K metro 0 – Lisbona – La spesa per il personale del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) aumenterà di circa 241 milioni di euro l’anno prossimo a causa di nuove assunzioni e modifiche salariali, diventando così “la più alta di sempre”, ha dichiarato il ministero della Salute in una nota esplicativa sul bilancio dello Stato per il prossimo anno, pubblicata sul sito del Parlamento.

Secondo il documento, il ministero presieduto da Manuel Pizarro prevede una spesa consolidata del 9,4% in più rispetto all’importo preventivato per il 2022 e il 7,8% in più rispetto alle previsioni di esecuzione per il 2022.

Fatti i dovuti conti, nel settembre scorso un totale di 153.530 operatori sanitari lavorava nel Servizio sanitario nazionale, compresi gli ospedali gestiti in partenariato pubblico-privato, un numero che rappresenta un aumento dell’1,2% rispetto a dicembre 2021 (1.800 operatori in più) e del 10,0% rispetto al 2019 (13.908 in più).

Il Programma di Budget Sanitario (POS) prevede un aumento significativo nell’acquisizione di beni e servizi (+14,1%). Tale incremento si riflette anche nelle voci farmaci e dispositivi medici che salgono rispettivamente del 10% e del 15,2% circa. Aumenti dovuti anche “all’’attuale scenario inflazionistico”, si legge nella nota esplicativa.

In sintesi, il POS per il 2023 inciderà sull’assistenza ospedaliera per il 52,9% di tale spesa, pari a 8.786 milioni di euro, seguita dall’assistenza sanitaria di base, che rappresenta il 29,5% della spesa prevista. Il governo assicura che il POS per il prossimo anno raggiungerà “la più grande crescita e stanziamento di sempre”, con il bilancio 2023 che s’impennerà di 1.177 milioni di euro (10,5% in più), rispetto a quello previsto in origine nel 2022. Dopo l’approvazione in via generale, la proposta del Governo per il bilancio dello Stato per il 2023 verrà esaminata in via straordinaria in Parlamento, e il voto finale è previsto per il 25 novembre.

Nel frattempo, l’attuale situazione economica aggrava l’incapacità finanziaria di cui “molte donne e coppie” già soffrivano per accedere ai trattamenti per l’infertilità, essendo costrette a rinunciare al sogno di avere un figlio, ha avvertito ieri, l’Associazione portoghese per la fertilità.

“La questione diventa drammatica” quando si tratta di donne che hanno già superato il limite di età per l’accesso ai trattamenti del Servizio Sanitario Nazionale, i 40 o 42 anni, ha dichiarato la direttrice esecutiva di APFertilidade, Joana Freire, in una risposta scritta all’agenzia Lusa a proposito della Settimana Europea della Fertilità, iniziata oggi. Notizia riportata dal quotidiano lusitano jn.pt.

“Non tutte le donne possono contare sul sostegno finanziario della famiglia o degli amici o chiedere prestiti per cercare di realizzare il loro sogno di avere figli. I trattamenti privati possono raggiungere diverse migliaia di euro e queste donne e questi uomini devono affrontare la fine di un percorso iniziato, spesso diversi anni fa”, ha evidenziato la Freire.

Per questi casi, ha detto, “non c’è una risposta, solo un’opzione, mai un’imposizione: l’adozione”. L’Associazione Portoghese per la Fertilità riceve alcune richieste di aiuto finanziario, ma essendo un’organizzazione senza scopo di lucro, che sviluppa le sue attività con il valore delle quote associative, non ha la capacità di fornire questo sostegno.

“In questi casi cerchiamo di capire se le persone hanno il sostegno della famiglia e degli amici per affrontare l’impossibilità di concretizzare il loro progetto di genitorialità e suggeriamo loro di ricevere un supporto psicologico, essenziale sia a livello individuale sia di coppia, quando questo è il caso”, ha concluso la Freire. L’infertilità colpisce il 15-20% delle coppie in tutto il mondo, circa 300 mila in Portogallo.