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Clima, le emissioni aggiuntive del GNL frenano il cambiamento climatico

Clima, le emissioni aggiuntive del GNL frenano il cambiamento climatico

K metro 0 – Londra – La crescente dipendenza dell’Europa dal gas naturale liquefatto (GNL) ha un costo ambientale elevato: la produzione e il trasporto di esso causerebbero difatti emissioni di carbonio fino a dieci volte superiori rispetto al gas dei gasdotti. Tutto questo accade perché le importazioni di GNL sono aumentate in seguito alla

K metro 0 – Londra – La crescente dipendenza dell’Europa dal gas naturale liquefatto (GNL) ha un costo ambientale elevato: la produzione e il trasporto di esso causerebbero difatti emissioni di carbonio fino a dieci volte superiori rispetto al gas dei gasdotti. Tutto questo accade perché le importazioni di GNL sono aumentate in seguito alla guerra in Ucraina, che ha limitato le forniture dalla Russia.

L’analisi della società di ricerca norvegese Rystad Energy, condivisa con la BBC, rivela così che la produzione e il trasporto di gas naturale liquido sono estremamente intensivi dal punto di vista energetico. Si teme difatti che il carbonio in più possa ostacolare gli sforzi per contenere il riscaldamento climatico.

Persino l’ONU mette in guardia dal non superare una soglia chiave per il clima, dato che la prossima settimana i leader mondiali si riuniranno in Egitto per la conferenza sul clima COP27, tra le preoccupazioni che la guerra in Ucraina abbia distratto gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio.

Nel Regno Unito e in Europa, i timori per le forniture energetiche hanno segnato un aumento senza precedenti delle importazioni di GNL, una versione liquefatta del gas naturale. I dati mostrano che i volumi di importazione di carichi di GNL sono aumentati del 65% nei primi nove mesi di quest’anno rispetto al 2021.

Da dove derivano le preoccupazioni? Per produrlo, il gas fossile viene raffreddato in giganteschi frigoriferi a -160°C. Quando il gas si liquefa, si restringe e diventa seicento volte più piccolo, rendendolo molto più facile da trasportare. Sebbene le emissioni prodotte dalla combustione del gas siano le stesse, sia che si tratti di gasdotto sia di liquido, l’energia supplementare necessaria per produrre e trasportare il liquido è significativa.

“Per il gas convogliato dalla Norvegia, vediamo circa 7 kg di CO2 per barile, ma per le importazioni di GNL in Europa, stimiamo che la media sia di oltre 70, quindi circa 10 volte inferiore per il gas convogliato rispetto al GNL”, ha rivelato Patrick King di Rystad alla BBC. “Entro la fine del prossimo anno, se la Russia chiuderà del tutto i rubinetti del gas e tutto il gas aggiuntivo dovrà provenire da fonti di GNL, si registreranno 35 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 importate a monte in più rispetto al 2021”.

Emissioni aggiuntive che equivarrebbero a circa 16 milioni di automobili sulle strade del Regno Unito per due anni in più. “La vera opportunità, da una situazione negativa del genere, è quella di mettere in atto incentivi per ridurre il nostro utilizzo di gas”, ha detto il dottor Paul Balcombe, della Queen Mary University di Londra, che ha già condotto ricerche sulle emissioni di GNL. “Dobbiamo aumentare l’efficienza energetica e la diffusione delle energie rinnovabili e guardare a un periodo leggermente più lungo, che avrà implicazioni migliori in termini di costi finanziari e ambientali”.

I sostenitori dell’ambiente temono che l’attuale adozione del GNL extra possa non essere un caso isolato. Sebbene al momento non ne sia previsto alcuno per il Regno Unito, ci sono piani per l’installazione di circa 20 nuovi terminali GNL nel continente europeo. Il punto è che per rendere economicamente redditizi questi terminali, i Paesi devono accettare contratti molto lunghi per portare il gas e i terminali stessi che possono durare fino a 40 anni. Di conseguenza aumenterebbe il tempo per liberarsi dalla dipendenza dei combustibili fossili.

Un altro problema di queste importazioni è proprio la loro origine. Secondo Rystad, circa il 16% del liquido proviene dalla Russia. Acquistando questo gas dalla Russia, il Regno Unito e l’Europa non solo contribuiscono a finanziare l’invasione dell’Ucraina, ma rendono anche più difficile vincere la guerra contro il cambiamento climatico.

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