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Precarietà, Secours populaire: 1 europeo su 4 si sente insicuro

Precarietà, Secours populaire: 1 europeo su 4 si sente insicuro

K metro 0 – Parigi – Non riscaldare la casa, saltare un pasto, rinunciare a una vacanza, e tante altre privazioni. Un europeo su quattro dichiara di trovarsi in una situazione di precarietà, ammonisce l’ONG Secours populaire. Il 51% dei greci, il 24% dei francesi e il 18% dei tedeschi si dichiarano difatti vulnerabili secondo

K metro 0 – Parigi – Non riscaldare la casa, saltare un pasto, rinunciare a una vacanza, e tante altre privazioni. Un europeo su quattro dichiara di trovarsi in una situazione di precarietà, ammonisce l’ONG Secours populaire. Il 51% dei greci, il 24% dei francesi e il 18% dei tedeschi si dichiarano difatti vulnerabili secondo un sondaggio Ipsos condotto su 6.000 persone di età pari o superiore ai 18 anni provenienti da sei Paesi (Germania, Francia, Grecia, Italia, Polonia e Regno Unito). Lo riferisce francetvinfo.

E c’è di più. Il 29% degli interpellati ha anche saltato un pasto quando aveva fame. In totale, il 27% degli intervistati ha dichiarato di trovarsi in una situazione di precarietà. “Con l’impennata dei prezzi, la crisi energetica e le conseguenze della guerra in Ucraina, per molti europei le condizioni di vita sono peggiorate nel 2022”, evidenzia il Secours populaire, secondo cui questa “situazione è tanto più difficile in quanto segue due anni di tenore di vita duramente segnato dallo shock della crisi pandemica”.

Le famiglie sono particolarmente colpite: quasi un genitore su due ha già rinunciato a portare il proprio figlio in vacanza o a iscriverlo a un’attività extrascolastica e il 33% dichiara di non essere sempre in grado di offrire al proprio figlio una dieta varia.

Non solo. Secondo quanto segnalato da lepoint.fr, a causa delle persistenti disuguaglianze retributive rispetto agli uomini, le donne inizieranno a “lavorare gratis” a partire da venerdì 4 novembre, per la precisione alle 9.10, afferma la newsletter femminista Les Glorieuses. Che ha lanciato una petizione per chiedere, tra le altre cose, un aumento di stipendio per le professioni molto femminilizzate. Si tratta ovviamente di una data e ora simboliche calcolate in base alle statistiche europee sul divario salariale tra donne e uomini in Francia. Quest’anno le donne guadagnano difatti in media il 15,8% in meno degli uomini. L’anno scorso, il divario salariale era del 16,5%, il che ha portato alla data simbolica del 3 novembre alle 9.22 del mattino.

Di precariato si parla ormai da più di vent’anni. “Una condizione che è stata spesso, nel tempo, associata al lavoro giovanile, in profonda crisi nel panorama occupazionale italiano. Quasi nessun giovane si aspetta, oggi, di poter accedere al mondo del lavoro con in mano già, alla prima esperienza, un contratto stabile” analizza il sito terzomillennio.uil.it. “Nascosto dietro al concetto di flessibilità, che nulla a che vedere con il precariato, il contratto a termine resta la finestra più diffusa per l’accesso al lavoro. Senza scomodare i dati ufficiali, un rapido sguardo alle offerte di lavoro mostra subito un utilizzo eccessivo dei contratti a termine o, peggio, degli stage sottopagati o totalmente non retribuiti con ‘possibilità di stabilizzazione’ che, spesso, si traduce in un licenziamento tout court e a norma di legge”.

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