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Olanda, 300.000 polli abbattuti a Heythuysen per l’influenza aviaria

K metro 0 – Amsterdam – È allarme influenza aviaria in Europa e negli Stati Uniti. A Heythuysen, località olandese situata nel comune di Leudal, nella provincia del Limburgo, per prevenire la diffusione del virus, 300.000 polli sono stati abbattuti dall’Autorità olandese per la sicurezza degli alimenti e dei prodotti di consumo (NVWA). Si tratta

K metro 0 – Amsterdam – È allarme influenza aviaria in Europa e negli Stati Uniti. A Heythuysen, località olandese situata nel comune di Leudal, nella provincia del Limburgo, per prevenire la diffusione del virus, 300.000 polli sono stati abbattuti dall’Autorità olandese per la sicurezza degli alimenti e dei prodotti di consumo (NVWA). Si tratta del maggior focolaio dal 26 ottobre del 2021. Dallo scorso ottobre sono stati pertanto abbattuti in totale quasi sei milioni di animali. Lo ha riferito la testata nu.nl.

Non ci sono altri allevamenti di pollame nel raggio di un chilometro, mentre nel raggio di tre chilometri ci sono altre cinque aziende agricole con pollame. Tutte sono state sottoposte a screening e monitorate in maniera intensiva per i prossimi 14 giorni per verificare la presenza di segni di malattia che possano indicare l’influenza aviaria, secondo quanto riferito dal ministero della Salute. Ci sono poi altri 128 allevamenti di pollame in una zona di 10 chilometri, dove è in vigore il divieto di trasporto con effetto immediato.

L’influenza aviaria si manifesta in genere solo nelle stagioni più fredde. Quest’anno, per la prima volta, è stata rilevata anche in estate. Se viene riscontrata in un allevamento, l’NVWA, insieme ai veterinari, alle aziende di trasporto e ai comuni, si assicura che gli animali siano abbattuti e portati via.

La prima infezione con il virus attuale – chiamato H5N1 – è stata rilevata a Zeewolde il 26 ottobre del 2021. Da allora, sono stati registrati 97 focolai in allevamenti con più di 50 volatili. A parte l’epidemia del 2003, mai prima d’ora così tanti allevamenti di pollame hanno avuto animali infetti.

Per ora non ci sarebbero rischi immediati di trasmissione diretta all’uomo, ma ciò che è accaduto del 2022 con l’influenza aviaria non può non preoccupare, e ha già causato ingenti danni economici al settore. L’epidemia che ha colpito volatili selvatici e domestici in tutta l’Europa è stata la più vasta mai registrata, per estensione e numero di capi, e ha provocato l’abbattimento di quasi 50 milioni di capi in 37 paesi. Come se non bastasse, non si è mai davvero interrotta, ponendo le basi per una nuova, grande diffusione invernale, agevolata dalle migrazioni degli uccelli selvatici e dall’arrivo della stagione fredda. Lo segnala ilfattoalimentare.it. E lo spiega bene l’ultimo rapporto dell’EFSA e dell’ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sul periodo compreso tra giugno e settembre, che registra una permanenza dell’infezione in una stagione in cui, negli anni precedenti, si è sempre registrata la pressoché totale scomparsa del virus.

Insomma, la stagione epidemica in corso, la più grande di sempre nel contesto del Vecchio Continente, sta decimando le popolazioni di pennuti selvatici e non in tutto il globo: in Europa e nel Regno Unito sono stati abbattuti 50 milioni di volatili, gli Stati Uniti sono alle prese con abbattimenti e infezioni che hanno provocato divieti all’esportazione e una minore produzione di uova (con i prezzi che, ovviamente, si sono impennati) e nemmeno le colonie di pinguini del Sud Africa sono al sicuro. Lo riporta dissapore.com.

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