K metro 0 – Beirut – Libano, Harf Beit Hasna – “Qui possiamo solo aspettare che Dio ci aiuti”, dicono gli agricoltori di Harf Beit Hasna una cittadina di 2.500 abitanti, arrocata su una montagna del Libano settentrionale, nel distretto di Miniyeh Danniyeh. Uno perfetto esempio di luogo dove l’acqua è un privilegio, non un
K metro 0 – Beirut – Libano, Harf Beit Hasna – “Qui possiamo solo aspettare che Dio ci aiuti”, dicono gli agricoltori di Harf Beit Hasna una cittadina di 2.500 abitanti, arrocata su una montagna del Libano settentrionale, nel distretto di Miniyeh Danniyeh. Uno perfetto esempio di luogo dove l’acqua è un privilegio, non un diritto.
Harf Beit Hasna è priva di qualsiasi servizio di base. Nessun sistema idrico o fognario, nessun lampione o raccolta dei rifiuti. L’unica scuola pubblica è chiusa. La farmacia più vicina è raggiungibile dopo un lungo viaggio in auto su una tortuosa strada di montagna.
Ma i suoi abitanti non si sono mai rassegnati a questo stato di cose, anche se il governo li ha abbandonati a una vita fuori dal mondo.
“Viviamo su un altro pianeta”, ha detto Nazih Sabra, un agricoltore locale, a Kareem Chehayeb, un giornalista investigativo indipendente che ha realizzato un reportage per l’Associated Press su questo luogo “completamente dimenticato dallo Stato, e dai politici”, nazionali e locali.
Per decenni, i suoi abitati sono sopravvissuti grazie a una soluzione ingegnosa: hanno scavato trincee, rivestite poi di plastica e utilizzate per raccogliere l’acqua piovana. Per decenni, l’acqua piovana ha permesso loro di coltivare abbastanza prodotti della terra raccolti per loro stessi, ricavandone anche un surplus da vendere.
Ma se la negligenza del governo non ha ucciso Harf Beit Hasna, la combinazione di cambiamento climatico e disastro economico ora minaccia di farlo.
Negli ultimi anni, le precipitazioni in Libano sono diminuite, mettendo a dura prova anche il paese più ricco d’acqua del Medio Oriente. Allo stesso tempo, l’economia del paese è andata in crisi negli ultimi due anni e mezzo. Le famiglie, distrutte e prive di mezzi di sussistenza, si affannano per i beni di prima necessità mentre i prezzi aumentano.
Harf Beit Hasna, con le sue pozze di acqua piovana, per la maggior parte delle dimensioni di una piscina nel cortile, ha resistito orgogliosamente.
Ricorda che durante l’infanzia, suo nonno e altri agricoltori potevano allevare bestiame e sostenere una vita dignitosa. Ma gli ultimi anni sono diventati più difficili.
Con la diminuzione della pioggia e l’aumento delle temperature, gli agricoltori si sono adattati. Hanno coltivato meno prodotti che richiedono acqua come pomodori e cetrioli e hanno piantato tabacco, più resistente alla siccità.
Ma riescono a malapena a cavarsela. “Se non c’è pioggia” non puoi nemmeno più permetterti di coltivare”. Il suo campo è infatti arido, crescono solo patate e poche piante di tabacco.
Ha un piccolo appezzamento di melanzane circondato da un terreno arso e screpolato. Spera di poterle vendere nella vicina città di Tripoli per comprare più acqua potabile per la sua famiglia questo mese.
“Non avremmo neppure quelle melanzane senza i nostri stagni”, dice con un sorriso. La sua “piscina”, che può contenere circa 200 metri cubi d’acqua, era piena solo per un quarto. L’acqua era verde, perché ci ha attinto lentamente, cercando di razionare ciò che è rimasto.
Dal suo campo, può vedere il Mediterraneo all’orizzonte e, sotto di lui, una valle dove ci sono sorgenti d’acqua dolce. Ma la benzina è troppo cara per guidare ogni giorno fin in laggiù e prendere l’acqua da lì. Fatica a permettersi la scuola per i figli. Da settimane la sua casa è senza elettricità perché non arriva dalla rete statale e non può permettersi il carburante per il suo generatore personale.
I servizi governativi e le infrastrutture in tutto il Libano lasciano alquanto a desiderare. Ma la situazione di Harf Bait Hasna è particolarmente grave.
Isolata e difficile da raggiungere, sta in mezzo a due diversi comuni, nessuno dei quali vuole occuparsene. E non ha un sostenitore politico: condizione irrinunciabile, per qualsiasi comunità, per ottenere qualcosa nella politica frazionata del Libano. I politici per anni hanno ignorato le loro richieste di un pozzo o di un collegamento alla rete idrica statale.
Ad Harf Beit Hasna, l’abbandono del governo e il cambiamento climatico si sono combinati mettendo a dura prova la sicurezza idrica ha affermato Sammy Kayed, del Centro di conservazione della natura dell’Università americana di Beirut.
Un’intera comunità, che contava sull’agricoltura alimentata dalle precipitazioni, non può più fare affidamento sulla pioggia.
Kayed, sta cercando di trovare donatori per finanziare un pozzo a energia solare per la cittadina e richiamare l’attenzione dei funzionari per collegarla alla rete idrica statale.
In tutto il Libano, i periodi di pioggia si sono ridotti e il numero di giorni consecutivi con temperature elevate è aumentato, ha affermato Vahakn Kabakian, consigliere del Programma di sviluppo dell’ONU sui cambiamenti climatici in Libano.
Un recente rapporto della FAO (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) rileva che la scarsità d’acqua, l’inquinamento e la sua iniqua distribuzione si aggiungono alle difficoltà delle comunità rurali libanesi. L’agricoltura rappresenta solo una piccola parte dell’economia del paese e quindi è spesso trascurata.
Nel granaio libanese della valle orientale della Bekaa, gli agricoltori lamentano che il loro lavoro è travolto da fenomeni meteorologici anomali prodotti dal cambiamento climatico.
“La pioggia è diminuita nel suo solito periodo e il nostro suolo si inaridisce e si screpola. Ma poi in giugno è piovuto più del solito”, ha spiegato Ibrahim Tarchichi, capo della Bekaa Farmers Association. “Non abbiamo mai visto niente di simile prima nella Bekaa.”
Il governo da anni si è impegnato a diversificare l’economia e investire di più nell’agricoltura in difficoltà. Ma da quando l’economia è crollata, la cricca al potere divisa non è stata in grado di formulare alcuna politica. Non è riuscita, finora, ad approvare il bilancio 2022 e ha opposto resistenza alle riforme richieste per un salvataggio del Fondo monetario internazionale.
Nel frattempo, Sabra preleva acqua da uno dei suoi stagni e sospira. Ha quasi finito quella dall’ultima stagione delle piogge in inverno. Questa è la sua unica ancora di salvezza, che durerà fino a quando non torneranno le piogge.
“Non ci è rimasto altro che gli stagni”.
(AP)