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Francia, 3 ONG denunciano l’esportazione di agricoltura scadente

Francia, 3 ONG denunciano l’esportazione di agricoltura scadente

K metro 0 – Parigi – In un rapporto pubblicato oggi, le tre organizzazioni non governative Oxfam, Greenpeace e Réseau Action Climat affermano che la Francia esporta in maniera massiva pollo e carne di maiale di bassa qualità nei Paesi in via di sviluppo, riportano i media. “L’esportazione di carne di bassa qualità dalla Francia

K metro 0 – Parigi – In un rapporto pubblicato oggi, le tre organizzazioni non governative Oxfam, Greenpeace e Réseau Action Climat affermano che la Francia esporta in maniera massiva pollo e carne di maiale di bassa qualità nei Paesi in via di sviluppo, riportano i media.

“L’esportazione di carne di bassa qualità dalla Francia ai Paesi in via di sviluppo è una tendenza in aumento costante”, avverte Guillaume Compain, responsabile dell’advocacy per il clima e l’agricoltura di Oxfam Francia.

Il rapporto evidenzia in particolare l’impatto sul modello socio-economico dell’allevamento francese: “In un contesto in cui il settore dell’allevamento soffre di varie crisi economiche e climatiche tra il 2010 e il 2016 il numero di aziende agricole specializzate nell’allevamento è diminuito del 3% all’anno, e il numero di aziende suinicole, avicole e lattiero-casearie è sceso addirittura del 5%”. Secondo il rapporto commissionato dalle ONG, ciò si spiega in particolare con “una concentrazione e quindi un allargamento delle aziende agricole incoraggiato dalla concorrenza e quindi dalla ricerca della competitività dei prezzi sulla scena internazionale”.

Se da un lato gli autori denunciano le aziende agricole sempre più grandi, dall’altro evidenziano “le aziende lattiero-casearie sostenibili che sono più autonome, più piccole e richiedono meno mezzi di produzione”. Ad esempio, le aziende lattiero-casearie sostenibili della regione del Grand Ouest hanno un risultato per lavoratore superiore del 66% rispetto alla media delle aziende lattiero-casearie della stessa zona”.

La Commissione europea ha così annunciato l’avvio di uno studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sull’industria alimentare in Europa. Per arginare questo fenomeno, comunque, Guillaume Compain invita la Francia a sostenere “un allevamento più estensivo e un allevamento con marchio di qualità, in particolare biologico”. Questi metodi di produzione “avrebbero anche il merito di renderci meno dipendenti dalla Russia e dalla Bielorussia per le importazioni di fertilizzanti”.

Da un lato, prosegue, “abbiamo politiche di sviluppo per cercare di sostenere l’agricoltura di questi Paesi e, allo stesso tempo, continuiamo a sovvenzionare pesantemente gli allevamenti intensivi che inonderanno i mercati e competeranno con i produttori locali. Si tratta di una situazione ubiqua che non permette ai produttori del Sud di svilupparsi realmente”.

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