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Francia, sciopero generale contro l’inflazione

Francia, sciopero generale contro l’inflazione

K metro 0 – Parigi – La CGT e l’Union Syndicale Solidaires hanno proclamato per oggi uno sciopero generale per chiedere, tra l’altro, un aumento dei salari a fronte dell’inflazione galoppante. Molti trasporti pubblici e scuole si fermeranno in quella che è la prima grande giornata di mobilitazione dall’inizio dell’anno scolastico. Lo ha riportato franceinfo.

K metro 0 – Parigi – La CGT e l’Union Syndicale Solidaires hanno proclamato per oggi uno sciopero generale per chiedere, tra l’altro, un aumento dei salari a fronte dell’inflazione galoppante. Molti trasporti pubblici e scuole si fermeranno in quella che è la prima grande giornata di mobilitazione dall’inizio dell’anno scolastico. Lo ha riportato franceinfo.

La CGT avanza numerose richieste: il pensionamento a 60 anni e, soprattutto, salario minimo a 2.000 euro, a fronte di un’inflazione incalzante. L’Union Syndicale Solidaires chiede aumenti nella funzione pubblica, l’apertura dell’RSA ai minori di 25 anni e “lo stop alla distruzione dei servizi pubblici”.

Colpita dunque la maggior parte dei trasporti pubblici, ad eccezione della metropolitana di Parigi. In Normandia, si prevede, ad esempio, che circolerà solo un treno su quattro. Tutte le informazioni sullo sciopero sono disponibili in anticipo sui siti web dei TER regionali e delle reti di trasporto urbano. In compenso, dovrebbero circolare due autobus su tre, mentre il traffico tranviario vedrà circolare nove tram su dieci, ma un tram su due per la linea T3A.

Sul suo sito web, la CGT ha pubblicato una mappa interattiva che mostra quasi un centinaio di manifestazioni. Il centro di Lille dovrebbe subire disagi a partire dalle 14.30; altre manifestazioni sono previste alle 11 a Rennes, alle 11.30 a Bordeaux e alle 14 a Lione. I raduni si svolgeranno anche a Fort-de-France (Martinica) e a Saint-Denis de La Réunion. A Parigi, una processione partirà alle 14.00 da Place Denfert-Rochereau.

Più difficile stimare la percentuale di insegnanti in sciopero, ma è comunque lecito aspettarsi una grande protesta, secondo quanto suggerisce lo Snuipp-FSU, il principale sindacato dell’istruzione primaria. Gli insegnanti che lavorano nelle scuole materne ed elementari sono tenuti a dichiarare lo sciopero 48 ore prima della giornata e i genitori interessati vengono normalmente avvisati. Questo non è il caso delle scuole secondarie (collège, lycée), dove lo sciopero dovrebbe avere “una buona adesione”, secondo lo Snes-FSU, il maggior sindacato delle scuole secondarie.

Un servizio minimo di assistenza all’infanzia è previsto tuttavia per i bambini della scuola materna ed elementare, appena il numero di insegnanti in sciopero nella scuola supera il 25%. Questo tipo di accordo presuppone – e non è sempre così – che il Comune disponga di un numero sufficiente di personale qualificato per occuparsi dei bambini. Non ci sono invece disposizioni per gli alunni delle classi superiori.

I sindacati CGT, FSU e Solidaires e le organizzazioni giovanili hanno indetto manifestazioni per chiedere anche la riforma delle pensioni. A tal proposito, il governo aprirà un nuovo ciclo di consultazioni, con l’obiettivo di adottare un progetto di legge “prima della fine dell’inverno”, ha dichiarato oggi il primo ministro Elisabeth Borne all’AFP, dopo un incontro all’Eliseo con la maggioranza.

Ma il capo dello Stato non esclude di sciogliere l’Assemblea Nazionale in caso di voto di sfiducia al governo, ha riferito giovedì su LCI il ministro del Lavoro Olivier Dussopt. “Se tutte le opposizioni si unissero per adottare una mozione di censura e far cadere il governo, Emmanuel Macron lascerebbe la decisione ai francesi e loro deciderebbero quale nuova maggioranza vogliono”. E ovviamente ci batteremo affinché il presidente sia confermato”, ha concluso il ministro, che è incaricato di avviare la consultazione sulle pensioni a partire dalla prossima settimana.

Consultazione che sarà condotta sulla base delle promesse fatte da Emmanuel Macron in campagna elettorale, ovvero l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni nel 2031. “Non possiamo riformare il Paese senza i sindacati”, ha rivelato a franceinfo un deputato vicino a Emmanuel Macron. Secondo i partecipanti all’incontro, è stato trovato un consenso affinché il testo venga votato entro la fine dell’anno dai parlamentari, in vista dell’entrata in vigore nell’estate del 2023.

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