K metro 0 – Sarajevo – Parole durissime del leader separatista serbo-bosniaco Milorad Dodik contro l’Occidente e l’Unione europea in vista delle elezioni di questo fine settimana. Lo ha riferito Associated Press. I commenti di Dodik, pronunciati durante un comizio pre-elettorale tenutosi ieri nella regione semiautonoma serbo-bosniaca della Republika Srpska, sono arrivati dopo l’incontro con
K metro 0 – Sarajevo – Parole durissime del leader separatista serbo-bosniaco Milorad Dodik contro l’Occidente e l’Unione europea in vista delle elezioni di questo fine settimana. Lo ha riferito Associated Press.
I commenti di Dodik, pronunciati durante un comizio pre-elettorale tenutosi ieri nella regione semiautonoma serbo-bosniaca della Republika Srpska, sono arrivati dopo l’incontro con Putin a Mosca all’inizio di settembre, e il sostegno alla guerra della Russia in Ucraina. Dodik aveva incontrato il leader del Cremlino anche a giugno. Lo ha così elogiato per le sue politiche nei Balcani, vantandosi di essere uno dei pochi politici europei che può incontrare il presidente russo quando vuole.
Membro serbo della presidenza tripartita della Bosnia che comprende anche un membro bosniaco e uno croato, Dodik ha incontrato spesso Putin, soprattutto prima delle elezioni, giacché vuole dimostrare all’elettorato serbo-bosniaco, fortemente favorevole alla Russia, di avere il sostegno dell’invasore dell’Ucraina.
Mosca è stata spesso accusata dall’Occidente di cercare di destabilizzare la Bosnia e il resto dei Balcani attraverso i suoi alleati in Serbia e Bosnia. Dodik ha apertamente sostenuto la necessità di staccare la metà della Bosnia controllata dai serbi da una federazione croato-bosniaca e di unirla alla vicina Serbia.
Durante il comizio, Dodik ha così ribadito le posizioni separatiste dei serbo-bosniaci, che già una volta in passato sono sfociate in una guerra, negli anni ’90, che ha provocato 100.000 morti e milioni di senzatetto in quella che all’epoca era la peggiore carneficina in Europa dalla Seconda guerra mondiale.
“Non possiamo rimanere in Bosnia-Erzegovina, non è il posto giusto per noi; è un luogo che ci impedisce costantemente di svilupparci”, ha dichiarato con fermezza, aggiungendo che il destino dei bambini dipende dalla rapidità con cui i serbo-bosniaci lasceranno il Paese comune. “Ritengo che queste condizioni (la separazione) si stiano ormai concretizzando, l’Europa è sempre più in difficoltà, l’America sta perdendo la sua forza. Si sta creando un nuovo mondo”, ha detto il leader separatista serbo-bosniaco. E ancora: “Abbiamo le migliori relazioni possibili con la Russia; l’entusiasmo per l’Unione Europea qui si è perso; l’Ue produce più problemi che soluzioni. Penso che l’Ue sia stata una grande frode per noi negli ultimi 20 anni”.
Domenica in Bosnia si terranno le elezioni generali, in cui Dodik si candida a presidente serbo-bosniaco, una funzione separata dalla presidenza a tre. La sua sfida più grande è rappresentata dalla giovane economista Jelena Trivic, del partito di opposizione Progresso Democratico, che si è impegnata a lottare contro i presunti accordi corruttivi che Dodik ha fatto in passato. Nel 1995, un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti ha posto sì fine a una guerra in Bosnia che ha causato almeno 100.000 morti e milioni di senzatetto, ma ha lasciato il Paese profondamente diviso tra i suoi tre principali gruppi etnici.