K metro 0 – Londra – Oltre 40.000 lavoratori di Network Rail e di 15 operatori ferroviari sciopereranno di nuovo l’8 ottobre, secondo quanto comunicato dal loro sindacato RMT (progressista e democratico, attivo nel comparto ferroviario, marittimo e stradale). Di fatto sarà chiusa la rete ferroviaria nell’ambito di una lunga disputa su salari, posti di
K metro 0 – Londra – Oltre 40.000 lavoratori di Network Rail e di 15 operatori ferroviari sciopereranno di nuovo l’8 ottobre, secondo quanto comunicato dal loro sindacato RMT (progressista e democratico, attivo nel comparto ferroviario, marittimo e stradale). Di fatto sarà chiusa la rete ferroviaria nell’ambito di una lunga disputa su salari, posti di lavoro e condizioni. Lo ha riportato la BBC.
Tutto questo è previsto solo una settimana dopo uno sciopero maggiore da parte dei membri della RMT e del sindacato dei macchinisti Aslef. Network Rail ha già comunicato ai passeggeri di aspettarsi disagi significativi e di viaggiare solo se davvero indispensabile e che comunicherà presto gli orari completi per i prossimi giorni di sciopero.
L’ultima decisione così arriva dopo una serie di scioperi su larga scala, in cui i sindacati chiedono aumenti salariali in linea con l’aumento del costo della vita. Si ricorda che lo scorso giugno il più grande sciopero ferroviario degli ultimi 30 anni ha minacciato di bloccare il Paese.
Il Rail Delivery Group, che rappresenta le compagnie ferroviarie, ha ammonito che lo sciopero avrà ripercussioni sul reddito del personale, già colpito dalle azioni sindacali dell’estate, e allontanerà i passeggeri abituali. Il Dipartimento dei Trasporti ha altresì definito “deludente” la decisione di ulteriori azioni di sciopero e ha esortato i capi sindacali a revocarle. Mercoledì 21 settembre persino il Primo Ministro Liz Truss, in visita a New York, ha insistito sulla volontà di adottare un “approccio costruttivo” con i sindacati, ma ha detto ai lavoratori di porre fine all’azione industriale per evitare disagi.
Nel frattempo, la Banca d’Inghilterra alza i tassi, portando i costi di finanziamento al livello più alto dal 2008. Secondo la Banca centrale britannica, l’inflazione dovrebbe rimanere al di sopra del 10% nei prossimi mesi. Il tasso d’interesse di riferimento è salito così di 50 punti base, arrivando al 2,25%, il settimo rialzo consecutivo dei tassi, con i costi di finanziamento al livello più alto dal 2008.
Ridotto inoltre lo stock di titoli di Stato britannici di 80 miliardi di sterline (90 miliardi di dollari) nei prossimi 12 mesi, per un totale di 758 miliardi.
La Banca centrale britannica ha infine comunicato che adotterà tutte le azioni necessarie per far scendere l’inflazione fino “all’obiettivo del 2% in modo sostenibile nel medio termine”. L’inflazione annuale del Regno Unito è scesa inaspettatamente al 9,9% ad agosto, dal 10,1% di luglio, il valore più alto dal 1982.