K metro 0 – Lisbona – A causa dell’inflazione, la perdita di potere d’acquisto di un consumatore lusitano il cui stipendio non è stato aggiornato sarà equivalente quest’anno a circa uno stipendio, secondo il Public Finance Board. Lo riporta il quotidiano online JN. Il calcolo è citato per l’esattezza nel rapporto del Consiglio per le
K metro 0 – Lisbona – A causa dell’inflazione, la perdita di potere d’acquisto di un consumatore lusitano il cui stipendio non è stato aggiornato sarà equivalente quest’anno a circa uno stipendio, secondo il Public Finance Board. Lo riporta il quotidiano online JN.
Il calcolo è citato per l’esattezza nel rapporto del Consiglio per le Finanze Pubbliche (CFP) che aggiorna le prospettive economiche e fiscali 2022-2026, pubblicato il 22 settembre, in cui si evidenzia la perdita del potere d’acquisto come la conseguenza più “evidente” dell’inflazione. L’istituzione presieduta da Nazaré Costa Cabral sottolinea che i consumatori vedranno diminuire il loro potere d’acquisto a causa dell’aumento dei prezzi, se nel frattempo i loro redditi nominali non saranno aggiornati in misura equivalente.
La CFP mette in evidenza che “questo effetto graverà per tutto il 2022”. È precisa: “Per un consumatore il cui reddito non è stato aggiornato, la perdita di reddito reale equivale alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo, che si prevede sarà del 7,7% nel 2022, in sostanza più o meno come rinunciare a uno stipendio per chi guadagna quattordici mensilità”, si legge nel rapporto. “La contrazione dei consumi si spiega anche con l’aumento dei tassi di interesse di recente stabilito dalla Banca centrale europea”; in effetti, molte famiglie portoghesi hanno prestiti a tasso variabile, essenzialmente con mutui ipotecari.
Uno degli altri effetti causati dall’inflazione è, sottolinea l’istituto, “la perdita di valore di un importo in debito o in attività finanziarie, come i depositi bancari, che sono definiti in termini nominali. Questo effetto potrebbe essere compensato da un aumento dei tassi d’interesse nominali in linea con il tasso d’inflazione, ma al momento non avviene, e riguarda diversi investimenti di risparmio delle famiglie, in particolare quelli più liquidi, come i depositi bancari di vario tipo o gli investimenti in titoli del debito pubblico”, si legge.
Secondo le previsioni della CFP, il tasso di inflazione passerà dallo 0,9% del 2021 al 7,7% di quest’anno, per poi scendere al 5,1% nel 2023.
In sintesi, l’istituzione presieduta da Nazaré Costa Cabral prevede un’accelerazione della crescita dell’economia portoghese al 6,7% quest’anno dal 4,9% del 2021; mentre, per il 2023 parla di un “significativo rallentamento della crescita all’1,2%, con un taglio di 1,6 punti percentuali rispetto a marzo, a causa delle pressioni inflazionistiche, del rallentamento della domanda esterna e del peggioramento delle condizioni di finanziamento dell’economia”.