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Russia, il vicepremier Nowak ha confermato il taglio di un terzo dell’export di gas russo verso l’Ue

K metro 0 – Mosca – Un terzo in meno. In cifre: 50 miliardi di metri cubi di gas. Di tanto diminuiranno le esportazioni russe dell’”oro azzurro” verso il Vecchio Continente. Proprio mentre l’Unione europea cerca di far fronte alla crisi energetica con misure di emergenza. Lo ha annunciato oggi, 15 settembre, il vice primo

K metro 0 – Mosca – Un terzo in meno. In cifre: 50 miliardi di metri cubi di gas. Di tanto diminuiranno le esportazioni russe dell’”oro azzurro” verso il Vecchio Continente. Proprio mentre l’Unione europea cerca di far fronte alla crisi energetica con misure di emergenza.

Lo ha annunciato oggi, 15 settembre, il vice primo ministro russo Alexander Novak, come riporta Interfax, l’agenzia di stampa non governativa russa, una delle principali agenzie della Russia dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, nata nel 1989, nel periodo della perestrojka e della glasnost’ di Michail Gorbačëv.

L’anno scorso la Russia ha esportato nell’UE un totale di circa 150 miliardi di metri cubi. Prima della guerra in Ucraina, forniva circa il 40% del gas naturale europeo, oggi ridotto al 9% poiché Mosca ha interrotto le forniture all’Europa, adducendo problemi tecnici che attribuisce alle sanzioni occidentali, che ostacolano o rallentano la manutenzione tecnica dei gasdotti. Le sanzioni, lamenta la Russia, non solo “non consentono i normali lavori di manutenzione e riparazione”, ma non permettono nemmeno “la registrazione legale della restituzione dei componenti e delle strumentazioni necessarie ai loro luoghi d’origine“.

Gazprom ha annunciato oggi che le esportazioni di gas naturale verso i paesi non appartenenti alla CSI (la Comunità di Stati Indipendenti, con sede a Minsk in Bielorussia, composta da 9 delle 15 ex repubbliche sovietiche, con l’aggiunta del Turkmenistan come membro associato) sono diminuite del 38,8%, scendendo a 84,8 miliardi di metri cubi (bcm) tra il 1 gennaio e il 15 settembre, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

La scorsa settimana, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia congelerebbe le esportazioni di energia se fosse posto un tetto al prezzo del gas naturale russo. Ma l’UE non sembra muoversi in quella direzione.

Un alto dirigente di Gazprom ha dichiarato oggi che per l’Europa non c’è alternativa al gas russo.

“Non c’è Paese che sia in grado di fornire risorse paragonabili a quelle che hanno i giacimenti in Siberia e nella penisola di Yamal”, ha affermato Oleg Axiutin, vice amministratore delegato di Gazprom, durante una conferenza stampa.

Intanto, l’Europa sta adottando misure di emergenza per la crisi energetica: obbligo di ridurre la domanda di elettricità durante le ore di punta, un tetto al reddito delle società elettriche da fonti a basso costo e un contributo di solidarietà temporaneo dagli extra profitti delle compagnie che utilizzano combustibili fossili sono le tre misure principali adottate dalla Commissione europea per abbassare i prezzi dell’elettricità.

Più in dettaglio, secondo la specificazioni del piano europeo precisate dal vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans e dal commissario all’Energia Country Simson, la diminuzione della domanda, è la prima misura proposta dalla Commissione europea per far fronte ai prezzi elevati.

In particolare, la Commissione propone l’obbligo di ridurre il consumo di elettricità di almeno il 5% durante le ore di punta selezionate. In questo contesto, gli Stati membri dovrebbero identificare il 10% delle ore con il prezzo più alto previsto e ridurre la domanda durante le ore di punta.

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