K metro 0 – Berlino – Gli elevati costi energetici preoccupano sempre più l’industria tedesca. Uno studio della Federazione delle industrie tedesche (BDI) rivela che per il 58% delle aziende si tratta di una sfida importante e per il 34% ormai di una questione di sopravvivenza. In molti casi la produzione è già stata ridotta
K metro 0 – Berlino – Gli elevati costi energetici preoccupano sempre più l’industria tedesca. Uno studio della Federazione delle industrie tedesche (BDI) rivela che per il 58% delle aziende si tratta di una sfida importante e per il 34% ormai di una questione di sopravvivenza. In molti casi la produzione è già stata ridotta o interrotta; e quasi un’azienda su tre sta pensando o è in procinto di trasferire all’estero quote societarie o parti della produzione e posti di lavoro. Il presidente della BDI, Siegfried Russwurm, chiede dunque al governo federale di avviare al più presto un programma di sostegno all’economia. Lo ha riportato la testata tedesca ZDF.
L’allarme arriva anche dalla Confederazione tedesca dell’artigianato specializzato (ZDH). Lo ha evidenziato il presidente dell’associazione, Hans Peter Wollseifer: “Ogni giorno riceviamo chiamate di emergenza da aziende che stanno per interrompere la produzione perché non riescono più a pagare le bollette energetiche enormemente aumentate”.
Di fatto, la dinamica dei fallimenti è peggiore rispetto al periodo di massima espansione della pandemia Covid. Lo Stato dovrebbe ora sostenere direttamente le aziende ad alta intensità energetica particolarmente colpite con aiuti rigorosi.
Intanto il Ministero della Giustizia federale guidato dal FDP sta progettando alcune modifiche alla legge sull’insolvenza nel breve termine. “Le aziende sane e anche redditizie a lungo termine nelle mutate condizioni quadro beneficeranno del cambiamento”, ha dichiarato un portavoce. “Dovrebbero guadagnare tempo per poter adattare i loro modelli di business”.
I leader della coalizione a semaforo composta da SPD, Verdi e FDP si erano in realtà accordati domenica sull’alleggerimento dell’obbligo di presentare istanza di fallimento; secondo il portavoce del Ministero della Giustizia l’’attuazione sarà rapida.
Anche il Ministero dell’Economia, guidato da Verdi, è molto preoccupato. “Le insolvenze non sono l’unica misura: queste procedure servono proprio a preservare le imprese. Tuttavia, le imprese potevano semplicemente essere chiuse senza richiedere l’insolvenza perché non erano più redditizie a causa dei costi elevati. Si tratta di un problema serio, soprattutto per le piccole e medie imprese”.
Secondo Steffen Müller, dell’Istituto di ricerca economica di Halle (IWH), infine, il numero di fallimenti di aziende è al momento stabile nonostante la crisi energetica, i problemi della catena di approvvigionamento e la graduale scadenza degli aiuti Covid. Le insolvenze di società di persone e di capitali a giugno sono pari a 709, leggermente inferiore ai mesi precedenti e quasi esattamente al livello dell’anno precedente. Ma gli oneri per le aziende aumenterebbero ancora una volta in modo significativo. Tra questi, l’aumento del salario minimo a dodici euro in ottobre, la svolta sui tassi di interesse avviata dalla Banca centrale europea e gli ulteriori aumenti dei prezzi dell’energia previsti.