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Migranti libanesi e siriani chiedono di essere salvati sulle coste italiane

Migranti libanesi e siriani chiedono di essere salvati sulle coste italiane

K metro 0 – Beirut – Circa 60 migranti libanesi e siriani alla deriva nel Mediterraneo su un peschereccio da 6 persone che continua a imbarcare acqua, hanno supplicato oggi le guardie costiere europee di salvarli, riferendo che due bambini a bordo sono già morti. Lo ha riportato Associated Press. I sopravvissuti hanno anche raccontato

K metro 0 – Beirut – Circa 60 migranti libanesi e siriani alla deriva nel Mediterraneo su un peschereccio da 6 persone che continua a imbarcare acqua, hanno supplicato oggi le guardie costiere europee di salvarli, riferendo che due bambini a bordo sono già morti. Lo ha riportato Associated Press.

I sopravvissuti hanno anche raccontato a parenti e gruppi di volontari via telefono satellitare di essere rimasti senza cibo, acqua e latte artificiale negli ultimi tre giorni. La nave era partita dalla città libanese di Tripoli circa 10 giorni fa. Tra i passeggeri, diretti in Italia, ci sono rifugiati siriani e libanesi provenienti dalle province settentrionali impoverite del Paese.

Il Libano ha una popolazione di 6 milioni di abitanti, tra cui 1 milione di rifugiati siriani, e dalla fine del 2019 è in preda a un grave tracollo economico che ha ridotto in povertà oltre tre quarti della popolazione. I migranti sarebbero ora bloccati vicino alle coste di Malta e dell’Italia. Secondo le famiglie e gli attivisti in contatto con i migranti, le autorità non hanno inviato soccorritori. Il parlamentare libanese Ashraf Rifi ha così esortato il governo italiano, il ministero degli Esteri libanese e l’ambasciata libanese a Roma a intervenire.

Secondo le famiglie e Alarm Phone, una rete di attivisti che aiuta a portare i soccorritori ai migranti in difficoltà in mare, Malta non ha ancora autorizzato un’operazione di salvataggio e non ha dato il permesso a una nave cargo commerciale di salvarli; le famiglie temono che la barca possa affondare in qualsiasi momento.

Un tempo paese che accoglieva i rifugiati, il Libano è ora diventato un trampolino di lancio per la pericolosa “fuga” via mare verso l’Europa. Prezzi alle stelle e disoccupazione hanno fatto sprofondare migliaia di nuclei famigliari nella povertà assoluta: senza denaro per coprire le necessità e le cure sanitarie. Con l’aggravarsi della crisi, un numero sempre maggiore di libanesi e di rifugiati siriani e palestinesi si è difatti messo in viaggio, mentre le agenzie di sicurezza riferiscono di tentativi di migrazione sventati quasi ogni settimana. L‘84% delle famiglie non aveva a sufficienza denaro per coprire le necessità; il 38% delle famiglie ha ridotto le spese per l’istruzione, rispetto al 26% dell’aprile 2021; il 60% ha ridotto le spese per le cure sanitarie, rispetto al 42% dell’aprile 2021; il 70% delle famiglie è costretto a chiedere un prestito per il cibo o ad acquistare alimenti a credito.

Ad aprile, un’imbarcazione con a bordo decine di libanesi, siriani e palestinesi che cercavano di dirigersi via mare verso l’Italia è affondata a più di cinque chilometri dal porto di Tripoli, in seguito a uno scontro con la marina libanese. Nell’incidente sono rimaste uccise decine di persone.

Le circostanze dell’affondamento della nave sono controverse. I sopravvissuti affermano che la loro imbarcazione è stata speronata dalla marina libanese, mentre l’esercito sostiene che la barca dei migranti si è scontrata con una nave della marina mentre cercava di allontanarsi.

Tale naufragio ha comunque rappresentato per Beirut la più grande tragedia di migranti degli ultimi anni e ha messo il governo ulteriormente sulla difensiva in un momento in cui il Paese è in caduta libera dal punto di vista economico e la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle sue istituzioni si sta rapidamente sgretolando.

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