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Venezia, per primo esce il tanto atteso film “White Noise”

Venezia, per primo esce il tanto atteso film “White Noise”

K metro 0 – Venezia – Con il film White Noise di Noah Baumbach viene inaugurata la 79’ mostra del cinema, in un clima festoso e di rinascita, per l’affievolirsi delle procedure Covid, che avevano invece caratterizzato le ultime edizioni. Il film è ispirato all’omonimo romanzo di Don De Lillo della metà degli anni ‘80,

K metro 0 – Venezia – Con il film White Noise di Noah Baumbach viene inaugurata la 79’ mostra del cinema, in un clima festoso e di rinascita, per l’affievolirsi delle procedure Covid, che avevano invece caratterizzato le ultime edizioni.

Il film è ispirato all’omonimo romanzo di Don De Lillo della metà degli anni ‘80, apprezzato da critica e pubblico, che lo ha reso autore di culto del dopo guerra Americano, insieme a Philip Roth e Saul Bellow.

Al centro dei suoi romanzi, la critica al sistema consumistico americano, al “rumore bianco” che rappresenta l’unione di tutte le frequenze udibili.

Che cosa sono in fondo il consumismo, la classe media americana, se non proprio una “marmellata omogenizzante”, dove l’individuo perde la sua identità per diventare massa uniforme?

Temi già trattati e discussi per mezzo secolo e divenuti quasi noiosi, se non fossero raccontati con la forza e l’originalità della “trasversalità” del romanzo di De Lillo e ben riportati nella trasposizione cinematografica del film di Noah Baumbach. A rendere a noi vicino il film concorre anche la recente pandemia, che aggiunge alla tavolozza il colore dell’attualità’.

Disaster movie? Film comico – paradossale? Film di denuncia sociale? Perché cercare classificazioni nella società dove tutto è fluido e indefinito? L’importante è che i colori e le vibrazioni ci siano, come ci sono in questo film ipertrofico e trasversale: Il bianco è pur sempre un colore.

La complessità dei temi del romanzo è ben rappresentata dalla recitazione di Adam Diver, forse attualmente l’attore più ricercato di Hollywood e perfetto per il ruolo, anche grazie alla regia di Baumbach, che tiene uniti i diversi piani di lettura.

Un consiglio, non lasciate la sala prima della fine del film. I titoli di coda sono accompagnati da una travolgete danza in un supermercato, dove musica, coralità e automatismi celebrano il rito di una messa laica il cui significato sembra sfuggire ai suoi stessi celebranti.

di Alessandro Corsi

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