K metro 0 – Tokyo – A poco più di un mese dall’assassinio dell’ex-Premier giapponese Shinzo Abe (che nei suoi mandati, e specie nell’ultimo, 2017-2020, aveva dedicato particolare attenzione all’economia), l’economia nipponica – riferisce AP – è cresciuta a un tasso annuo del 2,2% per il trimestre aprile-giugno 2022, ha affermato oggi il governo: dato
K metro 0 – Tokyo – A poco più di un mese dall’assassinio dell’ex-Premier giapponese Shinzo Abe (che nei suoi mandati, e specie nell’ultimo, 2017-2020, aveva dedicato particolare attenzione all’economia), l’economia nipponica – riferisce AP – è cresciuta a un tasso annuo del 2,2% per il trimestre aprile-giugno 2022, ha affermato oggi il governo: dato che la spesa dei consumatori, come in altri Paesi industrializzati, è ripresa a crescere con le restrizioni anti – Covid gradualmente revocate.
Il PIL, la somma del valore dei prodotti e servizi di una nazione (non solo materiali, ammoniva, in uno storico discorso del 1968, un politico come Robert Kennedy), in Giappone è cresciuto dello 0,5% da gennaio a marzo: mesi durante i quali, peraltro, l’economia complessivamente era rimasta piatta, secondo le stime preliminari del Cabinet Office di Tokyo. Al massimo, gli economisti nel trimestre avevano previsto una crescita dello 0,6%: la crescita effettiva, quindi, è stata lievissimamente inferiore. E i numeri annuali, di cui parlavamo prima (ottenuti per proiezione dai dati reali dei 2 trimestri gennaio – marzo e aprile –giugno). mostrano come sarebbe cresciuta l’economia se quel tasso del primo trimestre del 2022 fosse continuato per un anno.
Nel dettaglio, i consumi privati sono aumentati a un tasso annuo del 4,6%; gli investimenti pubblici, del 3,8%. Le esportazioni sono cresciute del 3,7%, mentre le importazioni del 2,7% (entrambi i tassi, sono annui).
Uno dei principali rischi per quella che resta, per vari aspetti, la terza economia del pianeta è stato l’aumento pressochè mondiale dei prezzi, soprattutto nel settore energetico, causato dall’inflazione globale (la guerra russo – ucraina ha spinto ancor più in alto i già elevati prezzi dell’energia, grave problema per il Giappone, Paese povero di risorse naturali). Lo yen si è indebolito ai minimi da due decenni rispetto alla moneta statunitense, sino, recentemente a circa 135 yen per dollari: rendendo le importazioni relativamente più costose; anche se quest’ultimo aspetto è stato abbastanza compensato dall’aumento delle esportazioni (fenomeno economico tra i più classici). Dopo la pubblicazione dei dati sul PIL nipponico, il livello del cambio dollaro – yen è leggermente risalito a favore del Sol Levante, attestandosi a circa 133 yen per dollaro USA.