K metro 0 – Lisbona – Nove anni di carcere. La Corte Suprema di Giustizia ha respinto, questo venerdì, il ricorso dei tre ispettori del Servizio stranieri e frontiere (SEF), condannati per aver ucciso, nel 2020, Ihor Homeniuk, un cittadino ucraino morto dopo essere stato picchiato dagli imputati nell’aeroporto di Lisbona. Lo riferisce il quotidiano
K metro 0 – Lisbona – Nove anni di carcere. La Corte Suprema di Giustizia ha respinto, questo venerdì, il ricorso dei tre ispettori del Servizio stranieri e frontiere (SEF), condannati per aver ucciso, nel 2020, Ihor Homeniuk, un cittadino ucraino morto dopo essere stato picchiato dagli imputati nell’aeroporto di Lisbona. Lo riferisce il quotidiano online JN.
Confermata dunque la condanna per i tre imputati agli arresti domiciliari dal 30 marzo 2020, da quando furono arrestati. Ihor Homeniuk è deceduto all’età di 40 anni dopo essere stato picchiato e lasciato ammanettato, come dimostrato nel processo e confermato dalla Corte d’Appello di Lisbona, dai tre ispettori in questione: Duarte Laja, 49 anni, Luís Silva, 45 anni, e Bruno Sousa, 44 anni. Nessuno aveva, secondo le stesse fonti, l’intenzione di uccidere il cittadino ucraino, padre di due figli minorenni, che ha finito per morire lentamente per asfissia.
Il crimine è avvenuto in una stanza priva di videosorveglianza nello Spazio Attrezzato con Centro di Installazione Temporanea (EECIT), gestito da SEF, presso l’aeroporto Humberto Delgado di Lisbona. L’autopsia è stata contestata dagli imputati; mentre le guardie di sicurezza della CEEIT, a seconda del turno, sono state indagate secondo il tribunale di primo grado, “per il modo in cui hanno trattato Ihor Homeniuk”, legandolo con nastri adesivi prima della presenza degli ispettori, e “per il modo in cui non hanno fatto nulla per aiutare un uomo in difficoltà” dopo le aggressioni.
Nel ricorso alla Corte Suprema di Giustizia, gli ispettori hanno chiesto la riduzione della pena che era stata loro applicata. La vedova del cittadino ucraino, assistente nel caso, ha chiesto invece che potesse essere aumentata per ciascuno di essi a un minimo di 14 anni. Oltre a respingere tutte le motivazioni invocate dagli imputati, Teresa Féria, Sénio Alves e Nuno Gonçalves sostengono che la pena di nove anni di carcere applicata a ciascuno degli imputati “è stata fissata in modo equo, corretto e adeguato”.
Con questa decisione, tre tribunali hanno condannato o confermato la condanna dei tre ispettori SEF per la morte di Ihor Homeniuk. L’ultima possibilità di ricorso è la Corte Costituzionale. Per l’avvocato della vedova della vittima, José Gaspar Schwalbach, i giudici consultivi hanno dato una “lezione di diritto” su quanto sostenuto dagli imputati, compresa l’impossibilità per la sua cliente di ricorrere in appello. Il legale non è d’accordo, tuttavia, sul fatto che sia stato confermato che gli imputati non volevano uccidere Ihor Homeniuk.