K metro 0 – Monopoli – Nell’ambito della manifestazione “Ritratti Festival” (Monopoli, XVIII edizione), si è svolta la proiezione del film “A Dog life”, (“Vita da cani”, durata 38 minuti, 1918), di Charlie Chaplin. La pellicola, perfettamente restaurata dalla cineteca di Bologna, era accompagnata dal vivo dalle musiche originali del film, alcune composte dallo stesso
K metro 0 – Monopoli – Nell’ambito della manifestazione “Ritratti Festival” (Monopoli, XVIII edizione), si è svolta la proiezione del film “A Dog life”, (“Vita da cani”, durata 38 minuti, 1918), di Charlie Chaplin.
La pellicola, perfettamente restaurata dalla cineteca di Bologna, era accompagnata dal vivo dalle musiche originali del film, alcune composte dallo stesso Chaplin, eseguite dalla Ritratti Festival ensemble.
La proiezione, è avvenuta sul roof garden del bellissimo teatro “Radar” di Monopoli, splendido edificio della fine degli anni ’30, uno dei primi esempi di spazio multifunzionale del ‘900, al tempo una sala per il cinema, una per il teatro e una utilizzata come albergo.
La musica dal vivo si è magnificamente sovrapposta ai rumori della vicina stazione ferroviaria, facendoci ricadere in un ‘900 fatto di binari, arrivo di treni, strutture tondeggianti razionaliste e musica live.
La trama è quella tipica del film del primo Chaplin. Un vagabondo, che vive per strada, stringe amicizia con un cane, che diventa il suo compagno di avventure.
Come sempre, nei suoi film, Chaplin trova amicizia negli animali e negli ultimi, un cane randagio e una cantante di cabaret e ostilità nelle istituzioni e nella sorte.
Nell’ufficio di collocamento dove cerca un lavoro, viene regolarmente superato da disoccupati prepotenti. Un accanito poliziotto cerca di arrestarlo per reati che non ha compiuto. Un portafoglio trovato da Chaplin nel proprio rifugio, viene reclamato dai malviventi che l’avevano rubato.
Memorabile la scena in cui Charlot nasconde il cane, facendo uscire la coda del randagio dai propri pantaloni, diventando un tutt’uno con lo sfortunato quadrupede, accumunati da un triste destino, una vita da cani, appunto.
In soli 38 minuti si svolge una trama ricca di colpi di scena, che rivela un Chaplin ormai maturo per il lungometraggio. Il Monello, uno dei suoi film più noti, sarà nelle sale solo 3 anni dopo, nel 1921.
Tornare a vedere una film su un grande schermo, insieme ad altre persone, con un bicchiere di vino in mano, guardando le stelle, ascoltando un accompagnamento orchestrale dal vivo, sarà un’esperienza vintage, ma quanto è godibile!
di Alessandro Corsi