K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea ha imposto oggi ulteriori sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina, dopo che gli Stati membri hanno appoggiato una serie di misure che includono le importazioni di oro e rafforzano i controlli sulle esportazioni di alcuni beni ad alta tecnologia. La commissaria europea Ursula von der
K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea ha imposto oggi ulteriori sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina, dopo che gli Stati membri hanno appoggiato una serie di misure che includono le importazioni di oro e rafforzano i controlli sulle esportazioni di alcuni beni ad alta tecnologia.
La commissaria europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che le “sanzioni Ue rafforzate e prolungate contro il Cremlino inviano un forte segnale a Mosca: manterremo alta la pressione per tutto il tempo necessario”. Lo ha riportato l’Associated Press. I dettagli delle nuove restrizioni non sono però ancora stato chiariti, devono ancora essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.
I funzionari dell’Unione europea hanno cercato per tutta la settimana di inasprire l’ampio pacchetto di sanzioni contro la Russia e di aggiungere il divieto di esportazione dell’oro, nella speranza che le misure potessero finalmente iniziare ad avere un impatto decisivo sulla guerra in Ucraina.
Il capo degli affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, ha dichiarato lunedì che al momento “la cosa più importante è il divieto sull’oro russo”, che è la seconda industria di esportazione di Mosca dopo l’energia. Il mese scorso il Gruppo dei Sette principali Paesi industriali si era già impegnato a vietare il metallo prezioso, sostenendo che Putin l’ha usato per sostenere la propria valuta e aggirare l’impatto di diversi cicli di sanzioni che le nazioni di tutto il mondo avevano già imposto per l’invasione russa del 24 febbraio.
Oltre alle misure restrittive, l’Ue ha anche deciso di concedere 500 milioni di euro per incrementare gli aiuti militari all’Ucraina. Ci si chiede a questo punto se l’’Europa possa vivere senza il gas naturale russo. Il Vecchio Continente ha difatti affrontato una crisi energetica anche prima che emergesse il dramma della riapertura del gasdotto Nord Stream 1 dalla Russia alla Germania. L’Europa farà difatti ancora fatica a mantenere le case calde e l’industria in attività quest’inverno. E questo malgrado le forniture di gas russo attraverso il Nord Stream 1, riaperto stamane, sono arrivate al livello del 40%, come prima che il gasdotto fosse chiuso per manutenzione, l’11 luglio scorso.
La Russia ha in effetti già ridotto le quantità di gas naturale utilizzate in Europa per alimentare le fabbriche, generare elettricità e riscaldare le case in inverno, e il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che potrebbero continuare a diminuire. Lo riferisce la Tass citando il consorzio Nord Stream AG. Intanto Lisbona ha respinto la proposta della von der Lyen di un taglio del gas del 15 per cento.