K metro 0 – Teheran – Vladimir Putin è arrivato oggi in Iran per incontrare il presidente iraniano Ebrahim Raisi e quello turco Recep Tayyip Erdogan, per discutere di questioni urgenti che riguardano il conflitto in Siria e la proposta, sostenuta dalle Nazioni Unite, di riprendere le esportazioni di grano ucraino per alleviare la crisi
K metro 0 – Teheran – Vladimir Putin è arrivato oggi in Iran per incontrare il presidente iraniano Ebrahim Raisi e quello turco Recep Tayyip Erdogan, per discutere di questioni urgenti che riguardano il conflitto in Siria e la proposta, sostenuta dalle Nazioni Unite, di riprendere le esportazioni di grano ucraino per alleviare la crisi alimentare globale. Lo riferisce Associated Press.
Mentre l’Occidente impone sanzioni alla Russia, il presidente russo cerca di rafforzare i legami con Teheran, un altro bersaglio delle dure sanzioni statunitensi, ma anche un potenziale partner militare e commerciale. Nelle ultime settimane, infatti, alcuni funzionari russi hanno visitato almeno due volte un campo d’aviazione nell’Iran centrale per esaminare i droni di Teheran, dotati di armi da utilizzare eventualmente in Ucraina, secondo quanto affermato dalla Casa Bianca.
L’Iran ha accolto con un lungo tappeto rosso Putin all’aeroporto Mehrabad di Teheran, dove il Ministro del Petrolio iraniano Javad Owji lo ha salutato calorosamente prima di farlo salire sul suo convoglio presidenziale diretto in città. Ancor più importante è che il viaggio a Teheran offre a Putin l’opportunità di un incontro ad alto livello con Erdogan, che ha cercato di aiutare a mediare i colloqui per una soluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina, nonché di favorire i negoziati per lo sblocco dei cereali ucraini attraverso il Mar Nero.
La Turchia, membro della NATO, si è trovata di fronte alla Russia nei sanguinosi conflitti in Azerbaigian, Libia e Siria. Ha persino venduto droni letali che le forze ucraine hanno usato per attaccare le truppe russe. Non ha tuttavia imposto sanzioni al Cremlino, diventando così un partner indispensabile per Mosca. Alle prese con un’inflazione in crescita e una moneta che si sta rapidamente svalutando, il Paese guidato da Erdogan deve fare affidamento anche sul mercato russo.
L’incontro ha un significato simbolico anche per il pubblico interno di Putin, in quanto mette in mostra il peso internazionale della Russia, anche se il Paese è sempre più isolato e sprofonda nel confronto con l’Occidente. Arriva difatti a pochi giorni dalla visita del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Israele e Arabia Saudita, i principali rivali di Teheran.
Da Gerusalemme e Gedda, Biden ha esortato Israele e i Paesi arabi a contrastare l’influenza russa, cinese e iraniana, che si è ampliata con la percezione del ritiro dell’America dalla regione.
Un’impresa davvero ardua. Israele mantiene difatti buone relazioni con Putin, una necessità improrogabile data la presenza russa in Siria, vicino nord-orientale di Israele e frequente bersaglio dei suoi attacchi aerei. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti si sono rifiutati di pompare più petrolio oltre il piano approvato dalla loro alleanza energetica con Mosca dopo la visita del presidente statunitense in Arabia Saudita.
Tutti i Paesi – nonostante le loro rivalità di lunga data – potrebbero essere d’accordo nel fare fronte compatto per contrastare l’Iran, che ha fatto avanzare rapidamente il suo programma nucleare da quando l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha abbandonato l’accordo atomico di Teheran con le potenze mondiali e reimposto sanzioni schiaccianti. I colloqui per ripristinare l’accordo si sono pertanto arenati.
“Le nostre relazioni si stanno sviluppando a un buon ritmo”, ha dichiarato Putin all’inizio dell’incontro con Raisi, sottolineando che Mosca e Teheran “rafforzano la loro cooperazione sulla sicurezza internazionale e contribuiscono in modo significativo alla soluzione della Siria”.
Raisi ha espresso la speranza che la visita di Putin contribuisca ad ampliare la cooperazione su questioni regionali e internazionali. Al centro dei successivi colloqui trilaterali tra i presidenti ci sarà il decennale conflitto in Siria, dove Iran e Russia hanno appoggiato il governo del presidente Bashar Assad, mentre la Turchia ha sostenuto le fazioni armate dell’opposizione. La Russia è intervenuta nel conflitto nel 2015, unendo i propri sforzi a quelli delle forze iraniane e utilizzando la propria potenza aerea per sostenere il nascente esercito di Assad.
In un incontro con Erdogan, Khamenei ha lanciato un severo monito contro la prevista incursione turca. “Qualsiasi tipo di attacco militare nel nord della Siria danneggerà sicuramente la Turchia, la Siria e l’intera regione, e andrà a beneficio dei terroristi”, ha dichiarato il massimo leader iraniano, sottolineando la necessità di “porre fine alla questione attraverso i colloqui”.
L’Iran e la Turchia hanno firmato accordi preliminari che riguardano, tra l’altro, gli investimenti, la diplomazia, i media e gli affari e si sono impegnati a triplicare il commercio bilaterale, portandolo a 30 miliardi di dollari.
In agenda ci sono anche i colloqui per eliminare il blocco russo e far entrare il grano ucraino nei mercati globali. La scorsa settimana, funzionari delle Nazioni Unite, Russia, Ucraina e Turchia hanno raggiunto un accordo provvisorio su alcuni aspetti di un accordo per garantire l’esportazione di 22 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli, intrappolati nei porti ucraini del Mar Nero dai combattimenti. L’incontro di oggi tra Putin ed Erdogan potrebbe aiutare a superare gli ostacoli ancora esistenti, un passo importante verso la soluzione della crisi alimentare che ha fatto impennare i prezzi di materie prime vitali come il grano e l’orzo.