K metro 0 – Dublino – A quasi tre secoli di distanza dalla spietata “Modesta proposta” di Jonathan Swift (l’autore dei famosi “Viaggi di Gulliver”) che suggeriva di magiare i bambini (in umido, arrostiti, al forno o bolliti) per abolire la povertà, riemerge in Irlanda la questione della povertà infantile. Decano della cattedrale di St
K metro 0 – Dublino – A quasi tre secoli di distanza dalla spietata “Modesta proposta” di Jonathan Swift (l’autore dei famosi “Viaggi di Gulliver”) che suggeriva di magiare i bambini (in umido, arrostiti, al forno o bolliti) per abolire la povertà, riemerge in Irlanda la questione della povertà infantile.
Decano della cattedrale di St Patrick a Dublino, Swift trovava malinconico vedere nelle strade della città “branchi di donne che importunano i passanti chiedendo l’elemosina, con al seguito tre, quattro o sei marmocchi coperti di stracci”.
Correvano l’anno 1729. L’Irlanda era afflitta dalla crisi economica. Miseria ovunque… Ma il brutale sarcasmo di Swift non era diretto contro i derelitti e i mendicanti che riempivano le strade di Dublino, bensì contro i politici inglesi e la loro spietata logica del profitto…
“Tre quattro o sei marmocchi” che oggi, trecent’anni dopo, sono parecchie migliaia in tutto il paese.
“Circa 62.000 bambini nella Repubblica d’Irlanda vivono in condizioni di povertà costante”, ha rivelato Tanya Ward della Children’s Rights Alliance a RTÉ (la radio televisione irlandese). E quelli che hanno vissuto la povertà fino all’età di sei anni sono stati i più colpiti.
Povertà costante significa che probabilmente andranno a letto affamati, che la loro famiglia non può permettersi vestiti nuovi e andare allo zoo o al cinema sono passatempi proibitivi.
La Children’s Rigths Alliance sta lanciando un nuovo rapporto sul monitoraggio della povertà infantile. Il primo di una serie che analizzeranno questo fenomeno in tutto il paese. Per esaminarne le cause profonde e suggerire soluzioni ben diverse, s’intende, dalla “Modesta proposta” di Swift.
Tenendo conto di parametri come: lo svantaggio educativo, l’esclusione sociale, l’accesso all’assistenza sanitaria, la mancanza di alloggio, la povertà alimentare, l’insufficienza del reddito.
I bambini che vivono in condizioni di povertà costante sono molto consapevoli della loro situazione e questo ha per loro conseguenze per tutta la vita, ha detto la signora Ward.
Il numero di bambini senza casa a Dublino era più che raddoppiato secondo dati recenti (2018) del Dipartimento dell’Ambiente. E continuava a crescere nelle aree fuori Dublino.
La questione infantile in Irlanda era emersa, in tutta la sua crudezza, nel 2017, con la macabra scoperta di una fossa comune con più di settecento cadaveri di bambini che erano stati affidati a una casa per ragazze madri gestita da suore. Bambini di età diverse durante tutto il periodo in cui quella struttura religiosa è stata in funzione, dagli anni Venti in poi, probabilmente per malattie non curate o per malnutrizione.
Anche oggi, l’Irlanda non è al passo con il resto d’Europa quando si tratta di pasti scolastici caldi, ha detto la signora Ward, lamentando il fatto che il Dipartimento irlandese per l’infanzia, ha aggiunto, non ha un’unità dedicata che si occupa della povertà infantile.
Ogni scuola, ha aggiunto, dovrebbe beneficiare di un programma di pasti gratuiti: “un pasto scolastico gratuito incoraggia gli studenti a venire a scuola e consente loro di concentrarsi meglio in classe”.
Per tornare a Swift, la “modesta proposta” della signora Ward per affrontare la questione della povertà infantile in Irlanda, è insomma quella di riempire lo stomaco dei piccini, non di mangiarli arrosto o bolliti…