K metro 0 – Praga – Inflazione da record in Europa Centrale. I prezzi sono aumentati del 17,2% rispetto a giugno dell’anno precedente secondo gli ultimi dati dell’Ufficio statistico ceco. L’inflazione è così in linea con le stime degli analisti e rimane la più alta dal 1993. I prezzi dei generi alimentari, dell’energia, delle abitazioni e dei carburanti continuano a essere i principali motori dell’impennata. Lo riporta la testata idnes.cz.

E non è finita. Gli analisti prevedono un peggioramento, soprattutto a causa dei prezzi elevati dell’energia. “La crescita delle tariffe al consumo su base annua ha subìto una svolta significativa dallo scorso luglio e superato la soglia del 17%. A giugno i prezzi dei generi alimentari hanno contribuito ancora una volta a questa accelerazione, con un aumento del 18% su base annua”, afferma Jiří Mrázek, direttore del Dipartimento di Statistica dei Prezzi della CSO.

I prodotti da forno e i cereali erano già più cari del 23,8% rispetto al 2021, la carne di oltre il 20%. Anche gli olii e i grassi sono aumentati del 42%. Il prezzo del gas naturale è ‘volato’ di quasi il 58% e quello dei combustibili solidi del 34%. Gli affitti degli appartamenti sono saliti del 4,6%, le spese per l’acqua del 5% e l’elettricità di oltre il 31,6%. Il costo delle abitazioni è cresciuto del 20%, soprattutto a causa dell’aumento del prezzo dei materiali da costruzione e del costo delle nuove abitazioni.

L’aumento dei prezzi sta dunque accelerando, e i cechi hanno già ridotto i consumi. “Questo peggioramento probabilmente innescherà una recessione nell’economia ceca, che alla fine porterà a domare le pressioni inflazionistiche interne. Tuttavia, l’inflazione importata dall’estero, che ha la sua fonte principalmente negli alti prezzi dell’energia e delle materie prime agricole, potrebbe disturbarci per un periodo di tempo più lungo”, avverte il capo economista di BHS Štěpán Křeček. La Repubblica Ceca registra pertanto uno dei tassi di inflazione più alti dell’Unione europea.