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Europarlamento, “il diritto all’aborto sia sancito nella Carta dei diritti dell’Ue”

K metro 0 – Strasburgo – Il Parlamento europeo ha chiesto oggi, che il diritto all’aborto sia sancito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue dopo essere stato contestato negli Stati Uniti. Circa 324 eurodeputati hanno appoggiato questa richiesta (155 contrari, 38 astenuti), mentre negli Stati Uniti questo diritto non è più garantito a livello federale.

K metro 0 – Strasburgo – Il Parlamento europeo ha chiesto oggi, che il diritto all’aborto sia sancito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue dopo essere stato contestato negli Stati Uniti. Circa 324 eurodeputati hanno appoggiato questa richiesta (155 contrari, 38 astenuti), mentre negli Stati Uniti questo diritto non è più garantito a livello federale.

Adottata nel 2000, questa carta giuridicamente vincolante ha lo stesso valore dei trattati. Tuttavia, l’inclusione dell’aborto come diritto fondamentale richiede l’unanimità degli Stati membri secondo gli attuali trattati dell’Ue. Una questione sociale che divide tuttora il blocco europeo. Per questo motivo gli eurodeputati hanno anche chiesto al Consiglio di “riunirsi per discutere una convenzione per la revisione dei trattati”, al fine di sfidare la regola dell’unanimità.

La richiesta è accompagnata da una nuova forte condanna da parte del Parlamento europeo della “riduzione dei diritti delle donne e della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi negli Stati Uniti e in alcuni Stati membri”.

Un diritto non garantito, fra l’altro, in alcuni paesi dell’Ue. In Polonia, ad esempio, l’aborto è difficilmente accessibile; a Malta i medici rischiano fino a quattro anni di carcere e il divieto a vita di esercitare la professione medica. Le donne che abortiscono rischiano addirittura fino a tre anni di carcere.

Lo scorso 27 giugno, infatti, 135 medici di Malta hanno presentato una sfida legale contro il divieto di aborto. Questa disposizione “impedisce ai medici di fornire cure immediate e tempestive, e il ritardo mette in pericolo la vita e la salute delle donne incinte”, secondo i medici che hanno presentato il ricorso contro il Primo Ministro e il Ministro della Salute. Questi professionisti della salute sperano ora in un processo per perorare la loro causa. Secondo l’ONG Doctors for Choice, che si batte per la legalizzazione dell’aborto, essi rappresentano circa il 5% dei medici dell’arcipelago mediterraneo.

Un caso recente ha scatenato vivaci proteste, riferisce France Télévisions. La reazione dei sanitari è arrivata circa una settimana dopo che un ospedale maltese si è rifiutato di praticare un aborto su una turista americana che soffriva di complicazioni legate alla gravidanza. Andrea Prudente, 38 anni, era in vacanza a Malta quando le si sono rotte le acque in seguito a una forte emorragia durante la 16a settimana di gravidanza. Il bambino non aveva alcuna possibilità di sopravvivere, ma i medici si sono rifiutati comunque di intervenire. Il marito, Jay Weeldreyer, aveva detto che i medici stavano aspettando che lei abortisse naturalmente, che il battito cardiaco del bambino si fermasse o “che avesse un’infezione pericolosa per la vita” che li avrebbe spinti ad agire. Preoccupata per il rischio di sepsi, la coppia è stata trasportata con urgenza in aereo in Spagna, dove la donna è stata curata. L’incidente ha scatenato dure proteste a Malta e attirato l’attenzione internazionale sulle leggi vigenti nel Paese, prevalentemente cattolico. Malta è l’unico Paese dell’Unione Europea a vietare del tutto l’aborto.

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