K metro 0 – Ankara – L’aumento del tasso annuo di inflazione preoccupa anche la Turchia, dove ha raggiunto il 78,62% a giugno, leggermente superiore alle aspettative. L’inflazione è aumentata dall’anno scorso, quando il presidente turco ha tagliato i tassi di interesse per cercare di rilanciare l’economia.

Di solito i Paesi aumentano i tassi di interesse nel tentativo di raffreddare l’inflazione. Ma il presidente Recep Tayyip Erdogan ha definito i tassi d’interesse “la madre e il padre di tutti i mali” secondo quanto riportato dalla Bbc.com, e ha utilizzato una politica più eterodossa per cercare di smorzare i prezzi, intervenendo anche sui mercati dei cambi.

Il taglio dei tassi d’interesse dal 19% al 14% del 2021 ha portato a un calo del valore della lira turca, il che significa che importare beni dall’estero è più gravoso per il Paese. Aggravati dalla guerra in Ucraina, si aggiungono i costi dei trasporti e delle abitazioni. I primi si sono impennati del 123% nell’ultimo anno. Per non dimenticare gli alimentari e le bevande analcoliche, che hanno segnato un +94%, mentre il costo dell’arredamento e delle attrezzature domestiche è aumentato dell’81%.

Non solo l’incubo inflazione in Turchia, come nel resto dei 19 Paesi che hanno adottato l’euro; l’economia della nazione subisce le ripercussioni del crollo del valore della moneta. La lira turca ha perso difatti quasi la metà del suo valore nell’ultimo anno, ciò significa che la capacità di spesa dei consumatori è in declino, mentre il costo di beni e servizi continua a salire alle stelle.

Svantaggi da una parte, vantaggi, invece, sul fronte del turismo. Se i tempi sono complicati per chi vive e lavora in Turchia, i favorevoli tassi di cambio contribuiscono ad attirare i viaggiatori internazionali per le vacanze estive. Ma i turisti turchi arrivano in numero minore rispetto al passato e, per poterselo permettere, si fermano meno giorni e ammortizzano il costo del viaggio in 10-12 mesi.

Il dato complessivo dell’inflazione è pertanto il più alto dal settembre 1998, quando il tasso annuale aveva raggiunto l’80,4% e il Paese stava lottando per porre fine a un decennio di inflazione cronicamente elevata.

Intanto, i prezzi alla produzione industriale sono aumentati del 36,3% nell’area dell’euro e del 36,4% nell’Ue, ha dichiarato lunedì l’autorità statistica del blocco. Su base mensile, sono aumentati dello 0,7% nella zona euro e dello 0,8% nel blocco dei 27 membri, ha dichiarato Eurostat in un comunicato.