K metro 0 – Doha – La compagnia petrolifera e del gas di proprietà statale Qatar Energy ha dichiarato oggi di aver aderito a una nuova iniziativa guidata dall’industria per ridurre quasi tutte le emissioni di metano dalle operazioni entro il 2030. Qatar Energy si unisce difatti a un’iniziativa lanciata nel marzo scorso da altre
K metro 0 – Doha – La compagnia petrolifera e del gas di proprietà statale Qatar Energy ha dichiarato oggi di aver aderito a una nuova iniziativa guidata dall’industria per ridurre quasi tutte le emissioni di metano dalle operazioni entro il 2030.
Qatar Energy si unisce difatti a un’iniziativa lanciata nel marzo scorso da altre 12 grandi compagnie petrolifere e del gas, tra cui Aramco, BP, Chevron, ExxonMobil, TotalEnergies, Shell e altre. Si tratta di una più ampia spinta globale per affrontare le emissioni di metano, o gas naturale, il secondo gas più inquinante per il clima dopo l’anidride carbonica, e molto più potente della CO2. A differenza dell’anidride carbonica, però, la fuoriuscita di metano nell’atmosfera non è il risultato di una combustione di carburante, ma rappresenta la perdita di un combustibile commerciabile. Il metano è purtroppo responsabile di circa un quarto di tutti i cambiamenti climatici già in atto nel mondo.
La tecnologia ha permesso alle aziende energetiche, ai gruppi indipendenti e ai cittadini di monitorare le perdite di metano con telecamere, droni e satelliti. Questo monitoraggio, insieme a una maggiore consapevolezza del cambiamento climatico, sta spingendo le imprese a ridurre le emissioni di metano e a riparare le perdite dovute a tubature e altre attrezzature difettose.
Il Qatar è, infatti, uno dei principali esportatori di gas naturale liquefatto al mondo e Qatar Energy gestisce tutte le attività di esplorazione e produzione di petrolio e gas del paese, rendendo la nazione peninsulare una delle più ricche al mondo per abitante.
Il piccolo paese, che confina a est con l’Arabia Saudita, condivide con l’Iran il controllo del più grande giacimento di gas naturale sottomarino del mondo nel Golfo Persico.
Il gas naturale, costituito principalmente da metano, costituisce la spina dorsale dell’economia del Qatar e delle attività di Qatar Energy. Le perdite di metano da parte delle compagnie petrolifere e del gas non solo danneggiano l’ambiente, ma sono anche considerate uno spreco di gas naturale.
“Secondo un rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia dello scorso anno sulle perdite di metano, le riparazioni per prevenire le perdite possono spesso essere ripagate dal valore del gas aggiuntivo che viene immesso sul mercato. L’AIE ha anche osservato che le aziende che non fanno di più per ridurre le emissioni di metano potrebbero subire danni alla reputazione e rischi commerciali, dato che i consumatori guardano sempre più al profilo delle emissioni delle diverse fonti di gas. L’amministratore delegato di Qatar Energy, Saad al-Kaabi, ha commentato che aderendo alla “Aiming for Zero Methane Emissions Initiative” l’azienda ribadisce l’impegno del Qatar a ridurre le emissioni a livello globale. Il Qatar, a differenza dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti l’anno scorso, non si è unito tuttavia ad altri paesi nell’annunciare un impegno globale a zero emissioni.
Intanto, sempre oggi, nell’area del Golfo, precisamente nel porto giordano di Aqaba, in Giordania, una gru che caricava serbatoi di cloro su una nave ne ha fatto cadere uno, provocando un’esplosione di fumo giallo tossico che ha ucciso almeno 13 persone e ferite circa 250, secondo quanto dichiarato dalle autorità. Un video trasmesso dalla TV di Stato ha mostrato il momento in cui il serbatoio è esploso, facendo fuggire i lavoratori del porto dalla nube tossica.
Aqaba si trova sulla punta settentrionale del Mar Rosso, accanto alla città israeliana di Eilat, appena oltre il confine. Entrambe sono destinazioni popolari per le spiagge e le immersioni. I servizi di emergenza di Eilat hanno dichiarato che non c’è stato alcun impatto sulla città, ma che stanno seguendo da vicino la situazione.