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“Prevent”, il programma antiterrorismo del Regno Unito alimenta l’islamofobia

“Prevent”, il programma antiterrorismo del Regno Unito alimenta l’islamofobia

K metro 0 – Londra – Il suo nome, per esteso, è “Prevent Violent Extremism”, ma di fatto è essenzialmente una strategia antiterrorista per “prendere di mira le comunità musulmane” secondo molte organizzazioni per la difesa dell’eguaglianza e dei diritti. Lo è stata fin dalle origini. La versione che conosciamo oggi è quella del governo

K metro 0 – Londra – Il suo nome, per esteso, è “Prevent Violent Extremism”, ma di fatto è essenzialmente una strategia antiterrorista per “prendere di mira le comunità musulmane” secondo molte organizzazioni per la difesa dell’eguaglianza e dei diritti.

Lo è stata fin dalle origini. La versione che conosciamo oggi è quella del governo tory di David Cameron diventata legge nel 2011, con il timbro di Theresa May, allora ministra dell’Interno.

E oggi è di nuovo oggetto di critiche da parte di una relatrice speciale delle Nazioni Unite, Fionnuala Ní Aoláin, brillante avvocatessa irlandese esperta di leggi sui diritti umani. Ne dà notizia Leila Mezirevic, corrispondente da Londra dell’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu.

A giudizio di Fionnuala Ní Aoláin, la strategia di “Prevent” ha avuto un “effetto negativo e discriminatorio sulle comunità musulmane” e la sua attuazione è “incoerente” con la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’ONU il 20 novembre 1989.

Ma che c’entrano i bambini e gli adolescenti? C’entrano eccome! Compito di “Prevent” è segnalare, bloccare e rieducare potenziali terroristi o estremisti prima che diventino tali. E alla base della sua strategia c’è la segnalazione, o meglio la delazione, di presunti sospetti o potenziali “estremisti in erba”: un controllo sociale affidato soprattutto ai dipendenti pubblici: insegnanti, professori, ma anche impiegati o rappresentanti di varie comunità.

Alle autorità pubbliche come scuole, college, università e servizi sanitari viene ordinato di monitorare studenti, pazienti e clienti per potenziali segni di radicalizzazione persino in bambini di appena quattro anni.

Migliaia di segnalazioni vengono effettuate ogni anno, nel settore dell’istruzione.

Emblematico il caso di una dodicenne, denunciata dalla sua scuola alla polizia antiterrorismo dopo aver mostrato simpatia per i palestinesi.

“Un assistente insegnante mi ha fatto uscire dalla classe e mi ha portato in una stanza vuota con un lungo tavolo. In fondo al tavolo era seduta una poliziotta (…) Ero così spaventata che cercavo di trattenere le lacrime”, ha detto, raccontando che la poliziotta “non ha nemmeno spiegato cosa stava succedendo e sembrava che mi stesse minacciando”.

Cose che succedono da anni. Come ha raccontato il corrispondente da Londra di “Repubblica”, Antonello Guerrera (Regno Unito, che cos’è “Prevent”, “Repubblica”, 16/10/2021).

Un bambino di fede islamica di 11 anni, del del Warwickshire, riferisce Guerrera, è stato erroneamente segnalato a “Prevent” perché la maestra ha male interpretato una sua frase: alms to the oppressed, ossia “fondi per gli oppressi”, è stato inteso come arms, “armi”. Anni fa, un altro bambino di 10 anni, nel Lancashire, è finito nella lista dei sospetti perché l’insegnante aveva capito terrorist, invece di terrace, mentre descriveva casa sua.

Insomma, “Prevent”, concludeva Guerrera, è anche un programma di sorveglianza “umana” e negli anni ha scatenato molte polemiche, diffondendo un clima di sospetto e discriminatorio in varie istituzioni, scuole incluse, dove le parole e gli atteggiamenti, soprattutto dei bambini musulmani, sarebbero scrutinate sempre più minuziosamente rispetto agli altri studenti.

Nel tempo, sono state avanzate regolari richieste di revisione di “Prevent” a causa della sua natura discriminatoria verso i musulmani e perché il governo del Regno Unito non ha fornito alcuna prova che prevenga il terrorismo.

“In effetti, conosciamo almeno 13 persone che hanno continuato a commettere attacchi terroristici ed erano note a ‘Prevent’ prima dei loro attacchi, ma il programma non è servito a fermarle”, ha detto Layla Aitlhadj, direttrice di “Prevent Watch”, un gruppo che difende le persone colpite da questa attività di sorveglianza.

“Prevent”, opera nello spazio pre-crimine, ben prima che qualsiasi intenzione, pianificazione o preparazione per un’azione criminale sia mai stata commessa.

Le persone individuate da “Prevent” spesso non hanno mai nemmeno preso in considerazione l’idea di commettere un crimine del genere.

La logica è che “puoi fermare qualcuno all’età di quattro o cinque anni, quando sta solo manifestando determinate idee o convinzioni, perché tra 10 o 20 anni potrebbe diventare un terrorista”. Un’idea abbastanza bizzarra, secondo Layla Aitlhadj.

Il governo britannico è stato contestato per la nomina di William Shawcross, noto per le sue opinioni neoconservatrici e la retorica islamofoba, a capo di una commissione di revisione indipendente di “Prevent”.

Il “Guardian” ha recentemente pubblicato una bozza trapelata che rivelava i piani di Shawcross per sostenere che il programma antiterrorismo del governo è stato troppo incentrato sull’estremismo di destra e ora dovrebbe invece concentrarsi nuovamente su quello che lui chiama “terrorismo islamico” ed “estremismo islamista”.

Sir Peter Fahy, l’ex funzionario di polizia responsabile di “Prevent”, ha affermato che le indiscrezioni del “Guardian” suggerivano che Shawcross stava compiendo un tentativo ingiustificato di “politicizzare la polizia antiterrorismo”.

Due importanti esperti di “Prevent”, Aitlhadj e John Holmwood, in alternativa alla revisione del governo, hanno guidato la più ampia ricerca mai condotta su questo programma, intitolata “The People’s Review of Prevent“. E hanno scoperto che non sta prevenendo il terrorismo, ma sta prendendo di mira erroneamente e traumatizzando centinaia di persone innocenti, fra cui alcuni minori.

Ma il governo britannico continua a ignorare queste critiche e Shawcross, che era un membro di “Policy Exchange”, un think thank britannico noto per le sue posizioni islamofobe, ha pubblicato un rapporto, approvato dall’ex premier David Cameron, suggerendo che coloro che criticano “Prevent” come legge stanno abilitando il terrorismo.

“Questo fa parte di come funziona “Prevent”. Se lo critichi, anche tu sei in qualche modo un estremista o giustifichi il terrorismo, ha detto Layla Aitlhadj.

La realtà è che “Prevent” prende di mira in modo sproporzionato i musulmani, “che costituiscono solo il 5% della popolazione del Regno Unito”, ha aggiunto.

Un giudizio condiviso dalla relatrice dell’ONU Ní Aoláin, anche lei convinta che Prevent” “è stato utilizzato principalmente per prendere di mira le comunità musulmane minoritarie” e che questo problema non è stato sollevato solo da lei, ma anche da Tendayi Achiume, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza.

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