K metro 0 – Bruxelles – Raggiunto l’accordo sul salario minimo nell’Ue. Il Consiglio europeo ha reso noto che nella notte i negoziatori del Consiglio e quelli del Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa politica preliminare sulla bozza di direttiva su salari minimi adeguati nei 27, riporta l’Adnkronos. “Nelle linee guida politiche avevamo promesso una legge
K metro 0 – Bruxelles – Raggiunto l’accordo sul salario minimo nell’Ue. Il Consiglio europeo ha reso noto che nella notte i negoziatori del Consiglio e quelli del Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa politica preliminare sulla bozza di direttiva su salari minimi adeguati nei 27, riporta l’Adnkronos.
“Nelle linee guida politiche avevamo promesso una legge per assicurare il salario minimo nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulle nostre proposte abbiamo rispettato” le promesse. Così su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, secondo cui “le nuove regole proteggeranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro sia pagato”.
Salario minimo, cosa prevede la bozza
La bozza della direttiva Ue sul salario minimo non prevede l’obbligo di introdurre un salario minimo in tutti i Paesi dell’Unione. La direttiva, spiega il Consiglio, si limita a stabilire procedure per assicurare l’adeguatezza dei salari minimi laddove esistono, a promuovere la contrattazione collettiva per stabilire i salari e ad aumentare l’accesso effettivo alla tutela del salario minimo per i lavoratori che vi hanno diritto in base al diritto nazionale.
Gli Stati membri dell’Ue che hanno salari minimi in vigore dovranno stabilire un quadro procedurale per fissarli e aggiornarli secondo una serie di criteri. Consiglio e Parlamento hanno concordato che gli aggiornamenti del salario minimo debbono avere luogo almeno una volta ogni due anni, o al massimo ogni quattro anni per i Paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatico. Le parti sociali devono essere coinvolte nelle procedure per fissare e aggiornare i salari minimi.
La direttiva mira poi a promuovere la contrattazione collettiva come mezzo di difesa dei salari: i colegislatori hanno deciso di promuovere la capacità delle parti sociali di impegnarsi nella contrattazione collettiva, tutelando i rappresentanti dei lavoratori. E’ previsto in particolare che, nei Paesi in cui la contrattazione collettiva copre meno dell’80% del mercato del lavoro, gli Stati membri preparino dei piani operativi per promuoverla, con tempistiche e misure atte ad aumentare la copertura dei contratti collettivi.
Consiglio e Parlamento hanno infine concordato misure volte a migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela del salario minimo: controlli da parte degli Ispettorati del lavoro, informazioni accessibili sul salario minimo, sviluppare le capacità delle autorità di perseguire i datori di lavoro che non rispettano le norme.
L’accordo raggiunto questa notte a Strasburgo nel trilogo, dopo otto round negoziali, dovrà essere confermato dal Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue, dopodiché dovrà essere votato formalmente sia in Consiglio che in Parlamento. La direttiva dovrà infine essere recepita negli ordinamenti nazionali entro due anni.