K metro 0 – Roma – Presso il Salone d’Onore del CONI, al Foro Italico di Roma, si è alzato il sipario sulla nuova edizione, la XXIV (dal 1999) del “ Mundialido”: Torneo di calcio per stranieri, organizzato e gestito dal Club Italia Eventi, che è, in realtà, un progetto di mediazione culturale. Che, sfruttando
K metro 0 – Roma – Presso il Salone d’Onore del CONI, al Foro Italico di Roma, si è alzato il sipario sulla nuova edizione, la XXIV (dal 1999) del “ Mundialido”: Torneo di calcio per stranieri, organizzato e gestito dal Club Italia Eventi, che è, in realtà, un progetto di mediazione culturale. Che, sfruttando il fascino del pallone, a Roma riesce a far dialogare e convivere tra loro le diverse comunità di immigrati presenti sul territorio laziale. La partecipazione a questo Torneo, infatti, è riservata a squadre formate interamente da immigrati, provenienti da ogni continente.
Alla presentazione ufficiale sono intervenute autorità nazionali (come il Sen. Claudio Barbaro, Presidente dell’ASI, quest’anno al fianco di Club Italia nell’organizzazione dell’iniziativa: che ha portato il saluto anche della Regione Lazio e del CONI regionale) e locali, come Fabio Spadaccia, assessore allo Sport del V Municipio di Roma Capitale. Più ambasciatori, (Bangladesh), consoli in carica (di Marocco, Ecuador e altri Paesi), delegazioni diplomatiche, personaggi dello sport e dello spettacolo. Il rito del sorteggio ha determinato l’avvicendarsi sul palco di tecnici e atleti delle squadre di volta in volta estratte (Marocco, che è il campione in carica, Ecuador, Regno Unito, Perù, Brasile, El Salvador, Nigeria, Moldova, Ucraina, ecc… ) e la conseguente formazione dei gironi eliminatori.
Sport, musica, folklore, cultura, arte, moda e solidarietà internazionale sono stati i temi essenziali d’una mattinata che, oltre a mettere i Paesi partecipanti in condizione di conoscersi meglio, ha permesso di riflettere sulla forte opportunità, legata all’evento, di rafforzare i legami di convivenza tra le varie comunità straniere di tutto il Lazio. Il nome “Mundialido”, assonante con la celebre parola spagnola, deriva da quelle che son state le origini, già dal ’99, del Torneo: sul litorale romano al campo della Longarina, storica sede dell’organizzazione Club Italia Eventi.
“L’iniziativa, ormai consolidata, contribuisce – precisa Eugenio Marchina, patron della manifestazione, da trent’anni organizzatore di eventi soprattutto sportivi, col suo” Club Italia” – “a favorire valori e comportamenti comuni, garantendo agli stranieri pari opportunità e la possibilità di partecipare alla vita sociale di Roma e del Lazio. In una realtà socio – culturale sempre più protesa verso una convivenza multi etnica, evidente è il valore rappresentato dal Mundialido ai fini dell’integrazione sociale e dell’aggregazione. Lo sport in generale, e specialmente il calcio, si conferma veicolo essenziale per il coinvolgimento delle persone in percorsi di accoglienza e integrazione; nonché, nel periodo storico attuale, strumento di enorme importanza nella lotta alle discriminazioni e all’emarginazione sociale”.
Non a caso, al Mundialido 2022 è presente anche la squadra dell’Ucraina ; “ma se anche la squadra russa fosse riuscita ad organizzarsi”, precisa sempre Marchina, “non avremmo avuto problemi a farla giocare”. Vadim Honcharov, giovane calciatore ucraino, è fiducioso nel potere dello sport di stimolare i lati migliori degli uomini, appianando dissidi anche forti che sul campo da gioco, in un clima di naturale semplicità e “fair play”, perdono gran parte del loro sinistro appeal. “Per questo – precisa Vadim – ringrazio fortemente gli organizzatori che ogni anno, in nome della pace, riescono a portare qui a Roma rappresentanze sportive di tutto il mondo”.
Dello stesso parere, “mutatis mutandis”, è Luigi Zaccaria, Vicepresidente della sezione di Roma dell’ANPPE, Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria: “Se la pena, come prescrive la Costituzione, deve tendere alla rieducazione del reo e al suo reinserimento nella società, la pratica dello sport, anche partecipando a competizioni come questa, può essere, per i detenuti, un’ottima strada non solo per migliorare la salute psicofisica, ma anche per pensare a possibilità professionali una volta tornati in libertà. Il pomeriggio del 30 giugno, al carcere minorile di Casal del Marmo, terremo “Un calcio per la libertà”, seconda edizione di un Torneo di calcio cui parteciperanno 6 squadre: selezioni, rispettivamente, dei ragazzi detenuti, dell’ANPPE, Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria, dell’ Associazione Nazionale Magistrati, e delle “Vecchie glorie” di Roma e Lazio, più la prima e la seconda classificata appunto al Mundialido (la cui finale sarà il giorno prima, 29 giugno)”.
“Guardiamo già all’edizione del Mundialido del prossimo anno, la XXV”, spiega, in conclusione, Eugenio Marchina; “l’inizio ufficiale degli incontri sarà tra pochi giorni, Domenica 29 maggio, mentre la finale , il 29 giugno, festa dei Santi patroni di Roma Pietro e Paolo, allo stadio Fiorentini in zona La rustica, area della Capitale da sempre crocevia di comunità straniere residenti”.
Mahdi Amin Batal