K metro 0 – Bruxelles – Nonostante una guerra alle sue porte, l’Unione europea non dimentica altri conflitti, ha detto il responsabile della politica estera europea Josep Borrell. Milioni di siriani stanno fuggendo dalla guerra civile, oggi offuscata dall’attacco all’Ucraina. Ma a Bruxelles è stata richiamata l’attenzione su questo conflitto in occasione di una conferenza
K metro 0 – Bruxelles – Nonostante una guerra alle sue porte, l’Unione europea non dimentica altri conflitti, ha detto il responsabile della politica estera europea Josep Borrell. Milioni di siriani stanno fuggendo dalla guerra civile, oggi offuscata dall’attacco all’Ucraina.
Ma a Bruxelles è stata richiamata l’attenzione su questo conflitto in occasione di una conferenza dei donatori grazie alla quale sono stati raccolti oltre sei miliardi di euro per il paese della Mesopotamia, la terra tra due fiumi (il Tigre e l’Eufrate), colpita da crisi e guerre.
Per quest’anno saranno a disposizione 4,1 miliardi di euro. Altri 2,3 miliardi di euro arriveranno l’anno prossimo, ha precisato martedì sera Olivér Várhelyi, il commissario ungherese dell’UE per l’allargamento e la politica di vicinato della commissione von der Leyen.
L’UE e i suoi Stati membri da soli hanno promesso 4,8 miliardi di euro. Un miliardo arriverà dalla Germania. “La gente in Siria ha sofferto per la guerra per undici anni”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, il Verde Tobias Lindner. Da quando, il 15 marzo 2011 iniziarono le violenze, abbiamo assistito alla più grave catastrofe umanitaria dopo la fine della Guerra mondiale: 500.000 morti (di questi più di 160.000 civili, più di 25.000 bambini e adolescenti, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani). Una tragedia caduta nell’oblio.
Oggi in Siria, scarseggiano il pane e la farina. Più di 15 milioni di siriani dipendono dagli aiuti umanitari ed è urgente una soluzione politica a questo conflitto, ha aggiunto Tobias Lindner.
All’inizio della conferenza dei donatori, Borrell ha affermato che la guerra in Ucraina ha esacerbato la difficile situazione del paese dilaniato dalla guerra civile in Medio Oriente.
La guerra russa, ha spiegato, farà aumentare i prezzi di cibo ed energia e la situazione in Siria continuerà a peggiorare. Su tutto questo pesano inoltre le sanzioni contro il regime di Damasco. IL processo di pace, secondo quanto prevedeva la Risoluzione 2254 dell’ONU, è bloccato. “Solo la povertà avanza a grandi passi”, come ha detto il cardinale Zenari, nunzio apostolico a Damasco.
Ma Borrell ha assicurato che l’UE manterrà le sanzioni contro il governo del presidente siriano Bashar al-Assad. Una normalizzazione delle relazioni non potrà aver luogo finché i profughi siriani non potranno tornare a casa sani e salvi.
Le organizzazioni umanitarie hanno sperato che la conferenza di Bruxelles, organizzata congiuntamente dall’UE e dalle Nazioni Unite, avrebbe richiamato parte dell’attenzione del mondo sulla Siria. I fondi raccolti andranno anche ai 5,7 milioni di rifugiati siriani che vivono nei paesi vicini, in particolare Turchia, Libano e Giordania.
(AP, KNA)