K metro 0 – Tokyo – Via col vento… e il sole. Da aprile, i treni della Tokyu Corp, una compagnia che gestisce una rete ferroviaria che collega la capitale giapponese a Yokohama, capoluogo della prefettura di Kanagawa (9 milioni di abitanti, la seconda per popolazione dopo Tokyo) sono alimentati esclusivamente con energie rinnovabili (energia
K metro 0 – Tokyo – Via col vento… e il sole. Da aprile, i treni della Tokyu Corp, una compagnia che gestisce una rete ferroviaria che collega la capitale giapponese a Yokohama, capoluogo della prefettura di Kanagawa (9 milioni di abitanti, la seconda per popolazione dopo Tokyo) sono alimentati esclusivamente con energie rinnovabili (energia idroelettrica, geotermica, eolica e solare).
Tokyu Corp gestisce più di 105 chilometri di binari ferroviari che servono 2,2 milioni di persone al giorno. Ciò significa che le emissioni di anidride carbonica della vasta rete ferroviaria, compresi i distributori automatici di bevande, gli schermi delle telecamere di sicurezza e l’illuminazione ora sono a zero , con energia verde utilizzata in tutte le sue stazioni.
Tokyu Corp, con i suoi 3.855 dipendenti, è diventata così la prima compagnia ferroviaria in Giappone ad aver raggiunto questo obiettivo, con una riduzione di CO2 equivalente alle emissioni medie annuali di 56.000 famiglie giapponesi.
La tecnologia utilizzata dai treni di Tokyu è tra le opzioni più ecologiche per le ferrovie. Le altre due opzioni sono le batterie e l’energia a idrogeno.
Questo mese, anche la più grande azienda ferroviaria del Giappone, East Japan Railway, ha annunciato di voler testare il suo primo treno a idrogeno. Il treno Hybari – da 35 milioni di dollari – dovrebbe avere un’autonomia di 140 km e una velocità massima di 100 km/h. L’azienda spera di iniziare i suoi servizi commerciali nel 2030.
Guadagni maggiori, in termini di decarbonizzazione, deriverebbero dal passaggio dai treni diesel nelle aree rurali alle linee alimentate a idrogeno e dal passaggio dalle auto a gas a quelle elettriche.
Sono tutti passi decisivi affinché il Giappone, sesto produttore mondiale di emissioni di carbonio, raggiunga il suo obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2050.
Ad oggi, solo il 20% circa dell’elettricità del Giappone proviene da fonti rinnovabili, (secondo i dati dell’ Institute for Sustainable Energy Policies di Tokyo). Molto meno rispetto alla Nuova Zelanda, ad esempio, dove l’84% dell’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2035.
Dopo il disastro nucleare di Fukushima, quando uno tsunami provocato da un violento terremoto mandò in fusione tre reattori, l’energia nucleare giapponese è passata dal 13% del fabbisogno elettrico del paese (nel 2010) a solo l’1% nel 2012, poiché la maggior parte delle sue centrali nucleari sono state dismesse.
Il suo obiettivo oggi è quello di ricavare il 36%-38% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030, riducendo al contempo il consumo energetico complessivo.
Il Giappone insomma tende a fare da apripista nella corsa all’energia verde in Asia. Ma gli resta ancora molta strada da fare in quanto principale emettitore di CO2…