K metro 0 – Berlino – L’ente pubblico che sovrintende ai musei di Berlino restituirà i resti archeologici hawaiani raccolti nell’800 da un naturalista tedesco alle autorità delle isole Hawaii. “Il loro ritorno deve essere una priorità”, ha dichiarato la ministra della cultura tedesca, Claudia Roth. La Prussian Cultural Heritage Foundation ha dichiarato oggi, che
K metro 0 – Berlino – L’ente pubblico che sovrintende ai musei di Berlino restituirà i resti archeologici hawaiani raccolti nell’800 da un naturalista tedesco alle autorità delle isole Hawaii. “Il loro ritorno deve essere una priorità”, ha dichiarato la ministra della cultura tedesca, Claudia Roth.
La Prussian Cultural Heritage Foundation ha dichiarato oggi, che i resti di 32 individui, noti come “iwi kupuna”, saranno consegnati venerdì 11 febbraio, a un rappresentante dell’Office of Hawaiian Affairs, un’agenzia statale semi-autonoma diretta dai nativi hawaiani.
Attualmente, “i resti umani provenienti da contesti coloniali non hanno posto nei nostri musei e università”, ha affermato Roth. La Fondazione Prussiana per il patrimonio culturale, ha detto infatti oggi la ministra, deve sviluppare strutture per mostrare meglio la sua “ricchezza culturale”. La Roth, insomma, auspica “l’apertura di uno degli scrigni culturali più grandi e importanti del mondo”. E non si tratta solo – come nel caso della restituzione dei resti hawaiani – della questione della restituzione degli oggetti entrati nei musei durante il colonialismo, ma di molto in più: vale a dire del “futuro comune dei musei tedeschi e stranieri su un piano di parità”.
I resti facevano parte delle collezioni che la Fondazione del patrimonio ha rilevato dall’ospedale Charite di Berlino nel 2011, e di cui sta ricercando l’esatta provenienza. La Fondazione afferma che le ossa furono acquisite dal collezionista e naturalista Hermann Otto Finsch intorno al 1880 durante un viaggio nel Pacifico meridionale e furono inviate a Berlino. La maggior parte delle ossa ha probabilmente diverse centinaia di anni e sono state raccolte da una spiaggia a Waimanalo sull’isola di Oahu. Altri due teschi provenivano da un luogo delle Hawaii che non è possibile identificare a tutt’oggi con precisione, ha affermato ancora la Fondazione, riporta l’Ap.
Le trattative sul rimpatrio dei resti sono iniziate nel 2017. La Fondazione tedesca, ha affermato che restituirà resti umani da “contesti coloniali” attualmente in suo possesso, se i paesi e i gruppi da cui provengono sono conosciuti e se si vuole il loro ritorno.
Oltre ai resti umani, la Fondazione di Berlino prevede di restituire quest’anno alle Hawaii anche gli arredi funerari rimossi dalle grotte di sepoltura intorno al 1885.
Il fatto che il ministero federale della cultura tedesco, voglia lavorare a stretto contatto con il dipartimento per la politica culturale del ministero degli Esteri, può anche rappresentare una strategia per far uscire la Fondazione prussiana per il patrimonio culturale dal suo egocentrismo e provincialismo. In generale, Roth vorrebbe chiarire quella che fu la “funzione dei musei negli anni ’20”.