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L’Austria è fermamente contraria a un’etichetta “verde” per l’energia nucleare

L’Austria è fermamente contraria a un’etichetta “verde” per l’energia nucleare

K metro 0 – Vienna – Secondo le regole proposte mercoledì dalla Commissione europea, gli investimenti in alcune centrali a gas e nucleari saranno etichettati come sostenibili. La proposta ha diviso paesi membri dell’Ue e investitori. In pima linea nel respingerla, il governo austriaco, che mercoledì ha ribadito la sua minaccia di intraprendere un’azione legale

K metro 0 – Vienna – Secondo le regole proposte mercoledì dalla Commissione europea, gli investimenti in alcune centrali a gas e nucleari saranno etichettati come sostenibili. La proposta ha diviso paesi membri dell’Ue e investitori.

In pima linea nel respingerla, il governo austriaco, che mercoledì ha ribadito la sua minaccia di intraprendere un’azione legale contro l’etichetta verde che si vorrebbe applicare all’energia nucleare. E che il ministro dell’Ambiente, Leonore Gewessler ha definito una scelta “irresponsabile”.

Prepareremo tutte le iniziative da intraprendere sul piano giuridico nelle prossime settimane e, se o quando le regole proposte entreranno in vigore, avvieremo un’azione legale alla Corte di giustizia europea”, ha detto la ministra ai giornalisti. Aggiungendo che il Lussemburgo aveva già affermato che si sarebbe unito a questa iniziativa.

La Gewessler ha descritto l’energia nucleare come “obsoleta” e “troppo costosa”. E ha evidenziato problemi di sicurezza e incertezza su come affrontare la questione delle scorie radioattive, definendo la tassonomia verde dell’Ue (che dice agli investitori privati cosa sia “sostenibile” per l’ambiente e cosa non lo sia) “un programma di “greenwashing” (ovvero un ambientalismo di facciata) a favore dell’energia nucleare e dei combustibili fossili”.

Bruxelles ha impiegato più di un anno per decidere se il gas e l’energia nucleare debbano essere considerati investimenti verdi nella tassonomia dell’UE.

Nelle regole finali pubblicate mercoledì, le centrali elettriche a gas sarebbero etichettate come verdi in questo decennio se emettessero meno di 270 g di CO2 equivalente per kWh o se avessero emissioni annue inferiori a 550 kg di CO2e per kW in 20 anni.

Ciò potrebbe includere oggi gli impianti a gas con emissioni di CO2 relativamente elevate, a condizione che passino a gas a basse emissioni di carbonio o riducano le loro ore di funzionamento negli anni successivi.

Gli impianti a gas, per funzionare con combustibile a basse emissioni di carbonio, devono essere adattati entro il 2035. Nella bozza precedente dell’Ue, l’inizio dell’adeguamento degli impianti era previsto nel 2026, ma la proposta è stata abbandonata.

Le nuove centrali nucleari devono ricevere i permessi di costruzione prima del 2045 per ottenere un’etichetta “verde” ed essere ubicate in un paese che abbia un piano e dei fondi necessari per smaltire in sicurezza i rifiuti radioattivi entro il 2050.

“Stiamo definendo come gas e nucleare potrebbero dare un contributo nella difficile transizione verso la neutralità climatica”, ha affermato la commissaria per i servizi finanziari dell’UE, Mairead McGuinness.

Le regole proposte dall’Ue, che arrivano quando l’Europa è alle prese con l’aumento dei prezzi dell’energia e le preoccupazioni per la sua dipendenza dal gas russo importato nel mezzo delle tensioni politiche sull’Ucraina, hanno affrontato l’opposizione su più fronti: attivisti, consulenti esperti dell’Ue, investitori, oltre a vari paesi membri come Austria, Portogallo, Spagna. Lussemburgo, mentre altri pur senza votare contro, hanno espresso riserve.

L’aspro dibattito riflette le più ampie divisioni tra i governi sul percorso per raggiungere l’obiettivo dell’UE di emissioni nette zero entro il 2050.

I paesi dell’UE e il parlamento europeo hanno quattro mesi per bloccare potenzialmente le regole. Cosa che potrebbe essere fatta da una super maggioranza di 20 dei 27 paesi dell’UE – una soglia considerata improbabile – o dalla maggioranza dei legislatori.

Gli europarlamentari verdi dell’UE hanno dichiarato mercoledì che avrebbero fatto una campagna per i 353 voti necessari per bloccare la proposta e ne avevano già circa 250.

Mentre gli oppositori citano le preoccupazioni per lo smaltimento dei rifiuti nucleari, gli stati pro-nucleari, inclusa la Francia, affermano che la fonte di energia priva di CO2 è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici.

Il gas è altrettanto divisivo, con Polonia e Bulgaria tra gli Stati che affermano che gli investimenti nel gas dovrebbero essere incoraggiati per eliminare gradualmente il carbone, più inquinante. Danimarca, Irlanda e altri affermano che etichettare il combustibile fossile come “verde” minerebbe la leadership dell’UE nella lotta al cambiamento climatico.

(FRANCE 24/REUTERS)

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