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Un Presidente westfaliano per l’Italia

K metro 0 – Roma – Chi deciderà l’elezione del presidente della Repubblica tra gli schieramenti di destra, sinistra, o centro? Alla fine, la risposta a questa domanda, che oggi sembra così significativa, apparirà assolutamente irrilevante rispetto all’evidenza che la sua elezione, come quella dell’attuale presidente Mattarella, sarà comunque frutto di un accordo nello schieramento

K metro 0 – Roma – Chi deciderà l’elezione del presidente della Repubblica tra gli schieramenti di destra, sinistra, o centro? Alla fine, la risposta a questa domanda, che oggi sembra così significativa, apparirà assolutamente irrilevante rispetto all’evidenza che la sua elezione, come quella dell’attuale presidente Mattarella, sarà comunque frutto di un accordo nello schieramento politico-identitario westfaliano, contrapposto a quello glocalista populista e sovranista, entrambi radicalmente trasversali rispetto agli schieramenti tradizionali più noti e celebrati nei talk show televisivi e nelle analisi politologiche tradizionali. Questo è il pronostico più probabile utilizzando gli Occhiali magici cioè una metodologia analitica innovativa delle Scienze sociali che ribalta i cliché epistemologici più diffusi e superati.

A seguito dei tragici attentati dell’11 settembre 2001 e della conseguente diffusione di massa dei miti populisti e sovranisti relativi al cosiddetto Scontro di civiltà il modello identitario dello Stato frontaliero westfaliano sembrava inesorabilmente sgretolarsi come un polveroso arnese politico ormai obsoleto. La lontana pace di Westfalia del 1648, alla fine della sanguinosa Guerra dei Trent’anni, rappresentava simbolicamente quel modello di identità collettiva che individuava nelle frontiere dello Stato i confini della nostra comunità, rispetto all’opposto modello identitario glocalista ispirato ai celebri Due Soli (impero e papato) cari a Dante Alighieri, tipici del sistema politico medievale. Due modelli contrapposti che si sono prevalsi uno sull’altro, alternandosi nei secoli secondo cicli storici che il geniale filosofo della storia Gianbattista Vico aveva intuito oltre tre secoli fa.

Il 22 dicembre 2014 l’edizione inglese della rivista italiana di geopolitica Limes aveva pubblicato un pronostico simile, anticipando di oltre un mese i risultati dell’operazione politica che il westfaliano Matteo Renzi aveva sviluppato nel ruolo di kingmaker per l’elezione del Presidente della Repubblica. Analogamente, il ritiro del candidato westfaliano Berlusconi può facilitare l’elezione di un suo alleato identitario, sparigliando le carte di quelli glocalisti provenienti dallo schieramento di “destra” (Marcello Pera, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Gianni Letta, Franco Frattini) o di “sinistra” (Giuliano Amato, Andrea Riccardi, Emma Bonino, Romano Prodi e Walter Veltroni).

Utilizzando correttamente gli Occhiali magici per comprendere la complessità della politica nazionale ed internazionale possiamo conoscere in anticipo l’identikit del nuovo Presidente della Repubblica, o almeno la sua biografia politica e Weltanschauung (visione del mondo) identitaria, cioè appunto westfaliana. Il prossimo Presidente quindi si impegnerà nei prossimi sette anni a tutelare ed a rappresentare un modello che chiama a raccolta tutti i cittadini – senza distinzioni linguistiche, geografiche, etniche, culturali, sociali, o di genere – non soltanto sotto la stessa bandiera ed inno nazionale, ma soprattutto all’interno delle stesse frontiere statali, evidenziando in tutti i campi il ruolo di quel tanto bistrattato Stato sì da rinnovare e rendere efficiente, ma che in questa prospettiva identitaria sempre centrale e decisivo.

Ma com’è possibile prevedere eventi socio-politici? La profezia è il sogno di qualsiasi analista. Le relazioni internazionali e geopolitiche costituiscono il massimo orizzonte ideale in cui studiosi, giornalisti, o politici hanno da sempre desiderato esercitare tale privilegiata abilità. Se per fortuna nessuno può prevedere in dettaglio il futuro, un’analisi corretta aiuta a comprendere i trend generali.

In quale direzione stiamo andando in questo momento? Comprendere oggi, nel nostro pianeta così estremamente interconnesso, le tendenze della politica internazionale è un compito fondamentale. Riuscire a produrre un impatto significativo sulla mente delle persone e sulla loro vita economica e sociale implica necessariamente un numero relativamente limitato di decisori, ovunque si trovino fisicamente, capaci di comunicare e di scambiarsi le informazioni tra loro in modo rapido e confidenziale. In questo contesto, il principale fattore nella politica internazionale che può offrire alle élites politiche una legittimazione morale, filosofica, sociale, e da un certo punto di vista persino spirituale, è l’identità collettiva, e la definizione dei suoi confini.

Ciascuna élite occidentale adotta la propria rispettiva fonte di legittimazione per influenzare le relazioni internazionali dentro e fuori Europa e Stati Uniti, esercitando così una pressione diffusa a tutti i livelli per indurre ciascuno di noi a scegliere uno dei due opposti modelli di identità collettiva, quello glocalista transfrontaliero, oppure quello statale frontaliero westfaliano. Il risultato è che onde contrapposte influenzano la storia occidentale in un processo politico dinamico artificialmente dicotomizzato, come venti in conflitto tra loro che sospingono ciclicamente la specie umana in un oceano tormentato.

Quale sarà quindi l’identità del futuro Presidente della Repubblica, e soprattutto il suo ruolo politico ed istituzionale nei prossimi sette anni, nel contesto europeo ed internazionale? Ce lo possono svelare gli Occhiali magici, analizzando gli attuali trend dei cicli identitari. Si può così prevedere anche questa volta – probabilmente con una simile prevedibile influenza dello stesso westfaliano Renzi – il risultato delle elezioni presidenziali cominciate oggi pomeriggio.

Alla luce delle tendenze socio-politiche in corso a livello mondiale, si può ragionevolmente prevedere che le elezioni presidenziali si concluderanno analogamente con un esito positivo per quella stessa élite identitaria che aveva eletto Mattarella nel 2015. A prescindere dal nome di chi vincerà il responso dalle urne dei Grandi elettori, il nuovo – o la nuova – Presidente sarà scelto in base alla idoneità a rafforzare quel modello di Stato frontaliero westfaliano, sia pure in un contesto di intensa collaborazione europeista ed atlantista a livello internazionale.

di Enrico Molinaro

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