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Germania, crimini contro l’umanità: condanna all’ergastolo per ufficiale siriano

Germania, crimini contro l’umanità: condanna all’ergastolo per ufficiale siriano

K metro 0 – Berlino – Un tribunale tedesco giovedì, ha condannato all’ergastolo un ex colonnello siriano per crimini contro l’umanità, in quello che è stato storicamente il primo processo globale sulla tortura praticata regolarmente dallo Stato siriano. I pubblici ministeri affermano che l’imputato ha supervisionato stupri, abusi sessuali, “scosse elettriche”, percosse con “pugni, cavi

K metro 0 – Berlino – Un tribunale tedesco giovedì, ha condannato all’ergastolo un ex colonnello siriano per crimini contro l’umanità, in quello che è stato storicamente il primo processo globale sulla tortura praticata regolarmente dallo Stato siriano. I pubblici ministeri affermano che l’imputato ha supervisionato stupri, abusi sessuali, “scosse elettriche”, percosse con “pugni, cavi e fruste” e “privazione del sonno” nella prigione.

Anwar Raslan, 58 anni, è stato ritenuto colpevole di aver supervisionato l’omicidio di 27 persone nel centro di detenzione di Al-Khatib a Damasco, noto anche come “Ramo 251”, nel 2011 e 2012. I pubblici ministeri lo avevano accusato di aver supervisionato l’omicidio di 58 persone e la tortura di altre 4.000 nel centro di detenzione, ma non tutti i crimini potevano essere provati a suo carico. L’imputato, che ascoltava il verdetto del tribunale, in cuffia, è rimasto senza reagire. L’ironia della sorte ha voluto che il criminale Raslan, ha cercato rifugio proprio in Germania dopo aver disertato dal regime siriano nel 2012. Mà la ha trovato più di 80 testimoni, tra cui 12 disertori del regime, e molti uomini e donne siriani che ora vivono in tutta Europa, hanno preso posizione per testimoniare durante il processo.

Attivisti siriani, riferisce l’Afp, si sono radunati fuori dal tribunale giovedì con striscioni e poster con slogan “dove sono?” riferendosi ai loro parenti scomparsi nei centri di tortura siriani.

Raslan era già stato processato nell’aprile 2020 insieme a un altro imputato di rango inferiore, Eyad al-Gharib, accusato di aver contribuito ad arrestare i manifestanti e portarli al centro di detenzione.

Gharib è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere lo scorso anno per complicità in crimini contro l’umanità, nel primo verdetto mondiale sulla tortura che viene praticata da parte del governo del presidente siriano Bashar al-Assad.

La causa contro i due uomini è stata promossa applicando il principio giuridico della “giurisdizione universale”, che consente di perseguire i reati anche se commessi in un paese diverso. Questa sentenza certamente dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che il regime politico siriano ha perpetuato crimini contro l’umanità nei confronti dei propri cittadini.

Altri processi simili sono iniziati anche in Germania, Francia e Svezia, in quanto i siriani che hanno cercato rifugio in Europa si rivolgono agli unici mezzi legali attualmente a loro disposizione.

Secondo il gruppo di monitoraggio dell’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra, almeno 60.000 persone sono state uccise sotto tortura o a causa delle terribili condizioni di vita nei centri di detenzione di Assad.

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