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Covid-19, la Francia non impone per ora le mascherine FFP2

Covid-19, la Francia non impone per ora le mascherine FFP2

K metro 0 – Parigi – Diversi paesi europei hanno deciso di imporre la maschera FFP2 nei luoghi pubblici, ma non la Francia per ora, anche se, secondo diversi studi, è più protettiva di quella chirurgica. Di fronte all’impennata della variante Omicron e ai tassi di incidenza record registrati dall’inizio della pandemia, nazioni come l’Italia

K metro 0 – Parigi – Diversi paesi europei hanno deciso di imporre la maschera FFP2 nei luoghi pubblici, ma non la Francia per ora, anche se, secondo diversi studi, è più protettiva di quella chirurgica. Di fronte all’impennata della variante Omicron e ai tassi di incidenza record registrati dall’inizio della pandemia, nazioni come l’Italia ne hanno già imposto l’uso, dove tali dispositivi di protezione, a forma di becco d’anatra, sono obbligatori dal 25 dicembre in tutti i mezzi di trasporto pubblico, cinema, teatri, musei e stadi. E così in Grecia nei luoghi pubblici dal 3 gennaio. Sono raccomandati da quasi un anno anche in Austria e in Germania, in particolare in Baviera. Ma se, a differenza della Francia, tutti questi paesi hanno deciso di imporre la maschera FFP2, è soprattutto perché è più filtrante e molto più protettiva della classica maschera chirurgica. Secondo diversi studi pubblicati sulla rivista scientifica Nature (PDF), l’FFP2 – se montata correttamente – abbatte il rischio di contaminazione di 10 volte, mentre la mascherina chirurgica solo di 3,5. E, secondo l’Istituto nazionale francese per la ricerca e la sicurezza (INRS), può essere indossata per otto ore, la durata della giornata lavorativa media rispetto alle sole quattro ore degli altri modelli.

Franceinfo spiega perché, nonostante i suoi notevoli vantaggi, la maschera FFP2 non è ancora stata scelta dal governo per cercare di frenare la circolazione del virus. Perché è più costosa di una maschera chirurgica convenzionale, innanzi tutto. Una singola maschera FFP2 è difatti fino a sei volte più cara di una chirurgica convenzionale. Il prezzo per una singola maschera FFP2 è di circa 50-60 centesimi per un privato e tra i 30 e 40 centesimi per ordini di massa da parte di professionisti della salute. Imporla potrebbe pertanto diventare una misura impopolare. L’esecutivo ha deciso per ora di lasciare ai prefetti regionali la decisione di imporla – come avviene, ad esempio, a Parigi e Lione in particolare – ma adottare tale provvedimento in tutti i luoghi aperti al pubblico potrebbe essere vista come una misura liberticida.

Perché nuova restrizione sia accettata dalla popolazione, inoltre, il governo non avrebbe con tutta probabilità altra scelta che offrirla gratuitamente all’ingresso dei luoghi interessati. Questa è, ad esempio, l’opinione dell’epidemiologo Antoine Flahault.

Il governo ha puntato per un anno sulla strategia vaccinale, unita al rispetto rigoroso delle misure di distanziamento, ma se la curva delle contaminazioni dovesse invertirsi nei paesi che hanno optato per l’uso della maschera FFP2, sarebbe senza dubbio costretto a rivedere la sua scelta. C’è anche un altro motivo per cui Parigi comunica poco sulla maschera FFP2, nonostante le raccomandazioni del Consiglio Scientifico: le scorte sono attualmente insufficienti. Le autorità francesi hanno difatti 600 milioni di maschere FFP2. Una quantità che potrebbe rapidamente rivelarsi insufficiente con l’eventuale obbligo, anche se i produttori locali – ora 32, rispetto ai 4 dell’inizio della crisi sanitaria – sono in grado di fabbricare 20-25 milioni alla settimana, secondo France 2. La realizzazione delle maschere FFP2 era quasi ferma tra aprile e ottobre, “con un calo della produzione di circa il 90% rispetto al 2020” ha dichiarato Christian Curel, presidente del sindacato dei fabbricanti di maschere F2M su BFMTV. Il numero di posti di lavoro nel settore, stimato in 10.000, è stato addirittura “dimezzato”, soprattutto di fronte alla concorrenza cinese.

Permangono, infine, dubbi sulla tossicità di alcune maschere FFP2. Quelle contenenti grafene, un materiale ampiamente utilizzato in elettronica per la sua resistenza e conduttività, dovrebbero essere evitate per precauzione. In mancanza di dati sulla tossicità di questo materiale, l’agenzia per la sicurezza sanitaria Anses ha giudicato il 14 dicembre che c’era una “mancanza di informazioni sul grafene utilizzato dai produttori e sulla tossicità di questa sostanza, in particolare a lungo termine“. In aprile, il Canada è stato il primo paese a ritirarle per precauzione, e poi a autorizzare le maschere di grafene prodotte dalla società cinese Shandong Shengquan New Materials Co. La Francia ha seguito l’esempio a giugno, sconsigliando l’uso delle stesse maschere. In una nota informativa pubblicata il 25 maggio, Santé Publique France ha addirittura chiesto di “non utilizzare” le maschere FFP2 etichettate come “Grafene da biomassa”.

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