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Il problema Ucraina non deve far dimenticare quanto avviene a sud … e tutto senza offendere la Cina

Il problema Ucraina non deve far dimenticare quanto avviene a sud … e tutto senza offendere la Cina

K metro 0 – Roma – Oggi tutti i principali governi mondiali stanno concentrandosi sulla possibile via di uscita diplomatica dalla crisi che interessa l’Ucraina. Il segretario di stato USA Blinken ha chiarito la sua posizione al ministro degli Esteri russo Lavrov, in quello che ha definito un “candido” incontro a Stoccolma, ha detto che

K metro 0 – Roma – Oggi tutti i principali governi mondiali stanno concentrandosi sulla possibile via di uscita diplomatica dalla crisi che interessa l’Ucraina.

Il segretario di stato USA Blinken ha chiarito la sua posizione al ministro degli Esteri russo Lavrov, in quello che ha definito un “candido” incontro a Stoccolma, ha detto che era probabile che i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin avrebbero presto avuto occasione di parlarsi presto. In particolare, ha dichiarato: “Ho chiarito le nostre profonde preoccupazioni e la nostra determinazione a ritenere la Russia responsabile delle sue azioni, compreso il nostro impegno a lavorare con gli alleati europei per imporre gravi sanzioni e relative conseguenze alla Russia se intraprende ulteriori azioni aggressive contro l’Ucraina” e “Spetta ora alla Russia allentare le attuali tensioni rivedendo il recente ammassamento di truppe, riposizionando le proprie unità nelle località usuali in tempo di pace e astenendosi da ulteriori intimidazioni e tentativi di destabilizzare l’Ucraina”.

Il ministero degli Esteri russo, ha fatto sapere che Lavrov ha detto a Blinken che Mosca avrebbe risposto se l’Ucraina fosse stata coinvolta in qualsiasi “gioco geopolitico” degli USA e che spera che nei prossimi giorni si tenga un vertice Putin-Biden.

Atteso che rimane molto probabile che i presidenti si parlino direttamente nel prossimo futuro, ricordo che da settimane il Cremlino parla della possibilità di un secondo vertice tra i due leader. L’ultimo si è svolto a Ginevra a giugno, meno di due mesi dopo che la Russia aveva fatto ripiegare uno schieramento di forze pari a oltre 100.000 unità dalla vasta area di confine con l’Ucraina.

Lavrov, parlando con i giornalisti prima dei suoi colloqui con Blinken, ha affermato che Mosca era pronta per il dialogo con Kiev. “Noi, come ha affermato il presidente Putin, non vogliamo alcun conflitto”

L’Ucraina afferma che la Russia ha ammassato unità militari nei pressi del confine, mentre Mosca accusa Kiev di proseguire nel suo rafforzamento della struttura militare. Mosca ha respinto l’accusa che si sta preparando per un attacco all’Ucraina e ha difeso il suo diritto di schierare truppe sul proprio territorio come meglio crede.

Kiev continua a negare l’intenzione di riconquistare le regioni ribelli del bacino del Donbas, accusando la Russia di utilizzare “sciocchezze propagandistiche” al fine di “fornire copertura” alle proprie attività aggressive e informando che avrebbe sventato un piano di golpe sostenuto dalla Russia stessa.

Rimane un dato di fatto che le relazioni Est-Ovest sono scese al livello più basso dalla fine della Guerra Fredda e dalla disgregazione dell’URSS perché Mosca afferma che non accetterà l’adesione alla NATO per l’Ucraina o il rischiaramento di missili NATO in quello stato che potrebbero minacciarla.

Putin ha, infatti, affermato, nei giorni scorsi, che la Russia sarebbe pronta con una propria arma ipersonica recentemente testata se l’Occidente schierasse missili in Ucraina che potrebbero colpire Mosca in pochi minuti.

Atteso quanto precede la sfida essenziale della NATO nel prossimo futuro sarà bilanciare in modo credibile sia modalità sia mezzi di deterrenza e difesa in un panorama globale che creerà tensioni nella politica estera e di sicurezza. Questo continuerà a porre le forze americane in una posizione centrale della difesa europea ma gli europei dovranno fare molto di più per la propria sicurezza e difesa. Per lo meno, ciò significherà maggiore responsabilità strategica europea per il bene della sicurezza e della difesa europee e delle relazioni transatlantiche, ma maggiore responsabilità’ significa maggiori costi.

Quindi, lasciando da parte la Russia, soprattutto per l’Italia, è importante separare le crisi regionali e pensare al Medio Oriente e al Nord Africa (MENA Region per la NATO).

Le sfide e le minacce per l’Europa meridionale fanno parte del cambiamento sistemico globalizzato, del cambiamento demografico, del cambiamento climatico e di un mega-spostamento di massa delle persone dalla vita rurale alla vita urbana e attraverso paesi e continenti mentre le persone diventano consapevoli di una vita più sicura altrove e molti di loro lo cercano supportati, purtroppo, dalle reti criminali organizzate transnazionali.

Nella stessa area MENA l’instabilità sociale e politica sono peggiorate con l’emergere del jihadismo salafita ulteriormente esacerbato dalla pandemia proveniente dalla Cina Popolare con implicazioni, potenzialmente profonde per l’Europa meridionale e il resto d’Europa.

La prospettiva di un grande conflitto regionale è comunque sempre presente, in particolare data la posizione intransigente dell’Iran sul suo programma nucleare, come evidenziato da ciò che sta accadendo in questo momento nei negoziati a Vienna.

Per gli europei, c’è anche la costante minaccia di un’interruzione della fornitura energetica, (in particolare dalla Libia, dove le elezioni dovrebbero essere prossime) che potrebbe non solo ridurre o bloccare il flusso vitale di petrolio e gas, ma anche estendere la dipendenza dell’Europa e quindi la sua vulnerabilità da Mosca. E l’inverno è appena iniziato!

Inoltre, l’ascesa della Cina Popolare è più grande fattore di cambiamento geopolitico che potrebbe avere, se non ha già avuto, un impatto sulla difesa dell’Europa. La mancata pronta informazione al resto del mondo sul virus proveniente da Wuhan ha rivelato fino a che punto la Cina Popolare cerca di sfruttare la globalizzazione e il soft power per imporre, quasi indisturbata, la sua volontà e le sue regole. E questo è, in effetti, l’obiettivo a lungo termine del Comitato centrale del Partito comunista di Pechino.

La minaccia della Cina Popolare all’Europa è attualmente indiretta, ma il suo impatto sulla futura difesa dell’Europa potrebbe essere profondo quanto arriverà il post-pandemia. Questo è particolarmente vero nel sud e in alcune parti dell’Europa orientale, dove il denaro di Pechino sta avendo un effetto deleterio, in particolare nei Balcani e in alcune regioni del Mediterraneo orientale. L’iniziativa Belt and Road (la nuova Via della Seta) e l’indebitamento di molti Stati europei consentono già alla Cina Popolare di esercitare la sua influenza e potrebbero, nel tempo, iniziare a minacciare il funzionamento stesso dell’UE, della NATO e delle relazioni transatlantiche. Questo soprattutto se alcuni medio -piccoli stati verranno “parzialmente acquistati da Pechino”.

Siamo in inverno, questo potrebbe rallentare le “operazioni” al confine tra Russia e Ucraina ma aumenta la dipendenza dal gas e la possibilità di propagarsi della pandemia.

Ogni giorno c’è qualcosa di nuovo ma dopo aver scoperto che si è deciso di non chiamare XI la variante del virus per non offendere la Cina Popolare e il suo presidente ed evitare un “contraccolpo mediatico” ci si può aspettare di tutto e non sapere quando possa succedere.

Generale Giuseppe Morabito

Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

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